La relazione con il maestro rappresenta il nostro “nord”, la chiave che fa scaturire il coraggio di sfidarci per superare i limiti e realizzare tutti i nostri sogni. Un rapporto che si alimenta grazie all’incoraggiamento continuo del maestro e alla promessa del discepolo di agire in accordo con l’aspirazione alla felicità per se stessi e per gli altri
«Non è dovuto alla relazione karmica formata nel passato se ora sei diventato discepolo di Nichiren? […] Le parole del sutra “le persone che avevano udito la Legge dimorano in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri” non possono essere false»
dal Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita
«Il presidente Ikeda descrive la relazione eterna di maestro e discepolo e il loro voto di “impegnarsi insieme per realizzare la più profonda aspirazione degli esseri umani e della vita, e cioè l’Illuminazione e la felicità per se stessi e per gli altri”», scrivono i responsabili europei Suzanne Pritchard e Hideaki Takahashi, nel messaggio di Capodanno, che prosegue così: «Nel Buddismo un vero maestro è colui che ci permette di ricordare questa aspirazione. Un vero discepolo è colui che segue l’insegnamento del maestro; è una persona che capisce che questa massima e profonda aspirazione appartiene a entrambi e, convinto dal profondo del cuore che così è veramente, agisce in accordo con gli insegnamenti del maestro» (NR, 503, 10).
In altre parole è seguendo il tracciato segnato dal maestro che il discepolo trova la strada per manifestare la prova concreta, la sua prova concreta. Da questo tipo di relazione scaturisce la possibilità di conquistare una vittoria completa, quel tipo di vittoria che cambia il corso di una vita, poiché questo è anche il modo per rendere evidente interamente e in tutta la sua maestosità il proprio potenziale.
Mi hanno chiesto di scrivere quest’articolo i primi giorni dell’anno, uno dei momenti cruciali nella mia vita. Si fanno i conti dell’anno passato, ci si rimette in gioco per l’anno che viene, ma soprattutto, per quanto mi riguarda, arrivano in fila e senza tregua tutti i nodi da sciogliere!
Ho iniziato a praticare nel ’99 da giovanissima e devo dire che i miei primi dieci anni li ho passati a “sopravvivere” a fortissime depressioni, toccando a volte picchi di deriva pericolosi; ma in tutto questo tempo, ogni volta che cadevo, in qualche modo sensei si faceva vivo esortandomi ad alzarmi e vincere assieme a lui. «Alzati», «Non è vero che non sei capace», «Lotta con me e vinciamo insieme», «La tua vita è di incalcolabile valore, cruciale per kosen-rufu», «Solo tu puoi adempiere alla tua unica missione» e così via, con un ritmo incessante di risposte a lettere e “consuete” guide mensili, ma che sembravano fatte su misura per me. Quelle parole, ma soprattutto la promessa che ho fatto dentro di me, sono state il faro che mi ha portato a non arrendermi e uscire più forte da ogni battaglia.
Per quanto mi riguarda, non ho realizzato tutto ciò che avrei voluto nel 2012, ma ho imparato che vincere è possibile e che la sconfitta risiede esclusivamente nel mio cuore. Quest’anno ho cambiato il corso della mia vita cercando di proseguire sulla strada della mia promessa e credendo alla possibilità di avere le stesse potenzialità del mio maestro insite in me, prima tra tutte la potenzialità di toccare il cuore di ogni persona che incontro. Ora è il momento di imparare a vincere come Daisaku Ikeda, che io chiamo “il vincitore tra i vincitori”, ed è proprio per questo che tutte le funzioni demoniache stanno facendo a gara per farmi desistere. Ma per fortuna ho il Gohonzon, il presidente Ikeda e l’organizzazione più meravigliosa che sia mai stata ideata, la Soka Gakkai!
Il mio sentimento personale verso l’organizzazione è profondissimo, non credo esista un altro gruppo di persone simili e la funzione di progresso continuo che ha nella mia vita è stupefacente. La considero la mia famiglia allargata, anche se funziona in modi a volte sconosciuti. Per esempio una cosa che ho notato e di cui sto usufruendo molto in questo periodo è che nei momenti difficili se invece di aspettare che qualcuno “mi salvi”, reagisco e vado a sostenere un’amica che sta come me, in quell’istante percepisco l’intera organizzazione che mi abbraccia e mi sostiene con in testa il mio maestro; ciò credo abbia a che fare con l’agire in accordo con l’aspirazione di tutti i Budda.
Riguardo alla prova concreta, quello che posso dire è che essa riguarda la decisione di vivere dimostrando come un discepolo, ricercando di vivere con lo stesso intento del suo maestro e migliorandosi ogni giorno in questa sfida, possa concretizzare una vita di magnifiche realizzazioni, un capolavoro agli occhi di tutti, in modo da poter dire: «Guarda, questa è la prova concreta dell’autentico valore della vita!».