1 maggio 1955
Siamo uniti al Gohonzon grazie ai quattro poteri della fede, della pratica, della Legge e del Budda. I primi due sono propri dell’essere umano, mentre gli altri due appartengono al Gohonzon. Per noi è vitale comprendere come questi quattro poteri interagiscono fra di loro e quale risultato determinano.
Nel Gosho si legge: «In effetti, possiamo dire che quando si giunge a vedere che la propria mente è una sola cosa con il corpo del Budda, allora si consegue rapidamente lo stato di Buddità. […] Questo è ciò che si chiama “osservazione della mente”. Quando ci si risveglia davvero al fatto che la propria mente e quella del Budda in realtà sono un’unica mente, allora nessun karma negativo potrà ostacolarci quando la nostra vita giungerà al termine e non ci saranno più pensieri illusori a trattenerci nel regno di nascita e morte» (WND, 2, 852). Comprendere ciò significa sapere che la vita del Budda è Nam-myoho-renge-kyo e che anche la nostra vita è Nam-myoho-renge-kyo. Perciò, sebbene la nostra vita e quella del Budda possano sembrare diverse, sono un’unica cosa in quanto sono entrambe Nam-myoho-renge-kyo.
Come rendersi conto di questa identità? Dipende solo dai poteri della fede e della pratica. Anche un nuovo credente con scarsa conoscenza del Buddismo può fondere la sua vita con quella del Budda grazie a una fede ardente e a una pratica forte come ci insegna il Daishonin. È allora che i poteri della Legge e del Budda, cioè i poteri del Gohonzon, si riflettono chiaramente nella vita della gente comune.
Alcuni nuovi credenti si lamentano di non aver ancora sperimentato i benefici del Gohonzon e continuano a ricercarli ciecamente, senza considerare i poteri della fede e della pratica insiti in loro stessi. Come dice il proverbio: «Bussa e ti sarà aperto»; questo principio vale anche per la relazione esistente tra i poteri della fede e della pratica e i poteri della Legge e del Budda.
Se ad esempio il potere della nostra fede e della nostra pratica è uguale a uno, i corrispondenti poteri della Legge e del Budda saranno uguali a uno; se il potere della pratica e della fede è uguale a cento produrrà un equivalente potere della Legge e del Budda. Se comprendiamo profondamente questa teoria, avremo necessariamente una pura fede nel Gohonzon.
Tuttavia è molto importante conoscere la differenza che esiste tra i benefici derivanti dalla pratica del Buddismo di Shakyamuni e quelli derivanti dalla pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin.
I primi sono chiamati ken-yaku o benefici visibili, gli ultimi sono myo-yaku o benefici invisibili. Ken-yaku è il beneficio che si riceve all’inizio della pratica buddista, mentre myo-yaku è il beneficio graduale ma stabile di cui si gode quasi senza accorgersene. Questo non indica necessariamente la mancanza di benefici invisibili nel Buddismo di Shakyamuni, ma semplicemente che i benefici visibili sono predominanti. Allo stesso modo non si può dire che nel Buddismo di Nichiren Daishonin nell’Ultimo giorno della Legge non esistano benefici visibili, solo che quelli invisibili sono predominanti.
Per comprendere meglio il significato di benefici invisibili possiamo immaginare la crescita delle piante e degli alberi. Proprio come i semi gettano le radici e gradualmente si sviluppano in grandi alberi, il seme prezioso di Nam-myoho-renge-kyo si svilupperà fino a divenire un albero alto e rigoglioso. Ci vogliono anni affinché un piccolo seme diventi un albero; non si nota nessuna differenza di altezza in un albero, a distanza di uno o due giorni. Ma a distanza di uno, tre, dieci o quindici anni la sua crescita sarà ben evidente.
Tutto ciò vale anche per i benefici derivanti dall’abbracciare il Gohonzon. Questo è il senso di beneficio invisibile.
Se solo esiste un piccolo dubbio nel Gohonzon, sarà per noi impossibile ottenere la piena energia vitale necessaria per le nostre attività di propagazione. Un solo piccolo parassita può distruggere col tempo un enorme albero. Perciò la cosa di cui dovremmo sempre avere la massima cura è la nostra fede nel Gohonzon. Anche il più piccolo dubbio condurrà alla sofferenza.
Il Gohonzon è come l’acqua pura ed è naturalmente incompatibile con il veleno dell’incredulità. Se la fede pura è intaccata dal dubbio, il Gohonzon, cioè Nam-myoho-renge-kyo nella nostra vita, sarà anch’esso intaccato e non potrà fondersi con la purezza del Dai-Gohonzon. Di conseguenza non potremo beneficiare appieno dei poteri della Legge e del Budda.
Per questo motivo bisogna sviluppare il grande potere della fede e nutrire la massima convinzione nel Gohonzon, senza mai vacillare nella nostra ferma convinzione che il Gohonzon ha l’illimitato potere di trasformare ogni sofferenza.
Ma nonostante una forte fede, chi non sviluppa il potere della pratica non potrà godere pienamente dei benefici derivanti dal potere della Legge e del Budda. Quando pratichiamo con costanza il Buddismo di Nichiren Daishonin, recitando Daimoku e facendo shakubuku con la massima fede, otteniamo immancabilmente gli immensi benefici derivanti dal potere della Legge e del Budda.
I quattro poteri
In questo scritto del 1955 Josei Toda spiega i quattro poteri che ci uniscono al Gohonzon: quelli della Legge e del Budda, propri dell’oggetto di culto, e quelli della fede e della pratica che è compito del credente attivare. Quanto più sono forti i poteri della fede e della pratica, tanto più si manifesteranno i poteri della Legge e del Budda
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