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Dagli errori si può imparare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:11

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Dagli errori si può imparare

Può succedere di sbagliare, di non prepararsi adeguatamente per un’attività. Ciò che conta è avere uno spirito positivo, pronto a rilanciare e a sfidarsi fino in fondo, che non si scoraggia e coglie l’occasione di manifestare al massimo la propria forza interiore

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Può succedere di sbagliare, di non prepararsi adeguatamente per un’attività. Ciò che conta è avere uno spirito positivo, pronto a rilanciare e a sfidarsi fino in fondo, che non si scoraggia e coglie l’occasione di manifestare al massimo la propria forza interiore

Il Nuovo Rinascimento presenta alcuni estratti dal volume 25, pubblicato sulle pagine del Seikyo Shimbun. Il testo integrale è disponibile su www.ilvolocontinuo.it
Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto

Kyushu,
forza trainante della nostra partenza
per la seconda fase [di kosen-rufu].

Shin’ichi Yamamoto scrisse questa poesia in occasione della prima riunione generale della Divisione giovani del Kyushu che si tenne a Kitakyushu nel marzo 1973, quando la Soka Gakkai stava prendendo il volo verso la seconda fase del movimento di kosen-rufu.
La poesia esprime l’immensa speranza di Shin’ichi che i membri del Kyushu portassero avanti risolutamente la loro missione di “pionieri” per aprire nuove strade per kosen-rufu e diventare una forza trainante nella Soka Gakkai. […]
Shin’ichi disse ai membri del Kyushu riuniti per l’evento: «Finalmente è giunto il tempo del Kyushu. Kosen-rufu ebbe inizio a Tokyo. Poi si alzò il Kansai, ispirando un nuovo movimento basato sulla determinazione di essere sempre vittoriosi, e la Soka Gakkai decollò. Adesso è il turno del Kyushu. È giunto il momento che il Kyushu si alzi e prenda l’iniziativa. Da ora in avanti il Kyushu deve essere una forza trainante essenziale per la Soka Gakkai e per lo sviluppo di kosen-rufu, per sempre.
«La missione del Kyushu di essere pionieri, di fare da “apripista”, significa che i membri qui devono sempre continuare ad aprire nuove strade. È inutile iniziare qualcosa con vigore per poi stancarsi durante il percorso e rimanere indietro, per arrivare ultimi. Si può rimanere pionieri fino alla fine soltanto se si mantiene lo slancio iniziale. È importante la perseveranza. A questo proposito è essenziale uno sforzo regolare, costante, che abbia alle spalle un’accurata pianificazione. Perciò siate consapevoli che essere pionieri significa basarsi sempre sulla saggezza».
Gli occhi dei membri scintillavano luminosi, mentre ascoltavano attenti.
Appena arrivato al Centro culturale di Kitakyushu, dopo la visita a Yamaguchi, Shin’ichi partecipò immediatamente alla cerimonia di messa a dimora degli alberi e all’inaugurazione del monumento. Poi visitò la parte interna dell’edificio. Il Centro culturale di Kitakyushu era stato inaugurato a gennaio come nuovo castello della Legge.
Shin’ichi disse ai responsabili del Kyushu: «Se il Kyushu è stata l’avanguardia, Kitakyushu si è dimostrata l’avanguardia dell’avanguardia. Adesso avete questo meraviglioso Centro culturale e si stanno aprendo nuovi Centri in tutto il Kyushu. Le basi per un grande sviluppo sono saldamente gettate. Vi prego di fare buon uso di questo Centro e di far crescere sempre più tanti giovani.
In qualsiasi campo, se non si fanno crescere seriamente i giovani, non si avrà un’ulteriore crescita in futuro. Dobbiamo dedicare tutte le nostre energie a coltivare i giovani».
Subito dopo ebbe inizio una piccola riunione, nella stanza in stile giapponese al terzo piano, alla quale parteciparono circa una dozzina di persone, per la maggior parte responsabili della Divisione giovani delle regioni del Kyushu e di Fukuoka, radunati intorno a Shin’ichi. Quando la riunione cominciò, il responsabile di prefettura dei giovani uomini di Fukuoka, Kiyomoto Ataka, iniziò a parlare con un tono formale: «Vorrei scusarmi per il problema che ho causato come conduttore della riunione dei responsabili di centro».
Quattro giorni prima Ataka aveva presentato la riunione mensile dei responsabili di centro della Soka Gakkai, che si era tenuta il 18 maggio a Fukuoka. Però, forse per via della stanchezza, la sua voce quel giorno era priva di energia e vivacità. Anche i partecipanti alla riunione avevano percepito che la sua prestazione non era all’altezza della riunione solenne dei responsabili di centro, dalla quale speravano di trarre ispirazione e rinnovato vigore.
Durante il meeting Shin’ichi, che cercava sempre occasioni per “allenare” direttamente i giovani in vari campi, si rese conto che questo era il momento giusto. Perciò si rivolse di proposito ad Ataka con fare severo: «Con quel tono di voce fai perdere a tutti la voglia di impegnarsi. Facciamo venire un altro presentatore!».
Un responsabile della Divisione giovani che era venuto da Tokyo con Shin’ichi e aveva una grande esperienza nel presentare le riunioni, prese il suo posto.
Pensando di aver rovinato un evento così importante come la riunione dei responsabili di centro, Akata non riusciva a riprendersi.
Dopo un po’ Shin’ichi sorrise e disse: «Facciamo tornare il primo presentatore. Adesso, dopo aver osservato il modo di fare di una persona con più esperienza di te, sono sicuro che avrai imparato come si conduce». Kiyomoto Ataka, di nuovo presentatore, mise tutto se stesso nell’annunciare il prossimo intervento sul palco. Shin’ichi Yamamoto lo osservò e annuì in segno d’approvazione.
Dopo la riunione dei responsabili alla sede centrale, Ataka scrisse una lettera a Shin’ichi. Si scusò per il suo passo falso e rinnovò la sua decisione di impegnarsi al massimo per diventare il miglior presentatore di tutto il Giappone. Shin’ichi si rallegrò nel vedere il suo atteggiamento positivo, esattamente ciò che si aspettava da un giovane.
Tutti fanno degli errori, non vi è nulla di cui vergognarsi. Dovremmo vergognarci, invece, di lasciare che un errore ci paralizzi, o ci scoraggi e ci renda deboli, incapaci di manifestare la nostra forza interiore. Sarebbe una vergogna anche ripetere lo stesso errore. Quando si sbaglia, è importante riflettere profondamente su quanto è successo e imparare da quell’errore, e poi decidere con forza di non ripeterlo mai più. In questo modo un errore può diventare un trampolino per una splendida crescita personale. Così un errore può diventare una preziosa esperienza di vita. […]
Durante l’incontro informale che si tenne al Centro culturale di Kitakyushu, Shin’ichi disse ad Ataka e agli altri giovani presenti: «Oggi vorrei parlarvi di che cosa significhi fare il presentatore nella Gakkai. Poiché un presentatore è la persona che conduce la riunione, una sorta di “maestro di cerimonie”, ha un ruolo estremamente importante per la realizzazione dell’incontro. Possiamo dire che il successo o il fallimento di una riunione dipendono in gran parte dal presentatore. Per questo, un presentatore deve avere una determinazione tale da dire a se stesso: “Mi assumo tutta la responsabilità di questa riunione”. È importante come usa la voce per riempire l’atmosfera della gioia della Legge, rendendola una vera riunione buddista. Anch’io mi sono sempre impegnato in questo modo».
Shin’ichi aveva fatto spesso, da giovane, il presentatore in diverse occasioni, riunioni ed eventi. Tra queste esperienze, non aveva mai dimenticato il dibattito di Otaru, l’11 marzo del 1955, presso il municipio di Otaru, nell’isola di Hokkaido. Il dibattito di Otaru fu scatenato da un incidente che coinvolse una coppia di membri della Nichiren Shu – affiliata alla scuola Minobu del Buddismo di Nichiren ­­­­- che erano entrati a far parte della Soka Gakkai. Un prete della Nichiren Shu aveva chiesto loro di restituire il Gohonzon alla Soka Gakkai e lasciare l’organizzazione. Tutto sfociò in un dibattito dottrinale tra la Nichiren Shu e la Nichiren Shoshu su quale fosse l’insegnamento corretto. Ma alla fine fu il Dipartimento di studio della Soka Gakkai a prendere parte al dibattito in rappresentanza della Nichiren Shoshu.
La Soka Gakkai e la Nichiren Shu nominarono entrambe un proprio presentatore, che avrebbe avuto il ruolo fondamentale di moderare il dibattito e farlo procedere correttamente, sulla base delle regole concordate.
Josei Toda indicò Shin’ichi come presentatore per la Soka Gakkai. Convinto che l’esito del dibattito dipendesse in gran parte dalla capacità del presentatore, Toda dichiarò: «Shin’ichi è il solo che può farlo!».
E così fu deciso che Shin’ichi, allora ventisettenne, assumesse il ruolo di presentatore in quello storico dibattito dove avrebbe dovuto dimostrare la verità o la falsità degli insegnamenti buddisti della scuola Minobu. Shin’ichi rispose in modo brillante alle aspettative di Toda.
Nei momenti cruciali, un vero discepolo risponde sempre alle aspettative del proprio maestro. Nel suo intervento d’apertura, Shin’ichi affermò che decine di migliaia di membri della Nichiren Shu di tutto il paese erano entrati a far parte della Soka Gakkai, sottolineando che già quel fatto dimostrava quale delle due scuole seguisse l’insegnamento corretto. Dopo questa dichiarazione, sintetizzò con grande convinzione la tesi della Soka Gakkai.
I rappresentanti della Nichiren Shu rimasero senza parole dopo questa dichiarazione, che risuonava forte come il ruggito di un leone. Allora fu evidente ciò che è scritto nel Gosho: «Quando un leone ruggisce, tutti gli altri animali tacciono» (RSND, 1, 852). Nello stesso momento, i membri della Soka Gakkai tra il pubblico applaudirono vigorosamente. I rappresentanti della Gakkai sul palco ne furono incoraggiati e sui loro volti apparvero espressioni combattive e fiere. Da quel momento, la strada per la vittoria era aperta. I rappresentanti della Nichiren Shu si ritrovarono spaesati, e alla fine addussero la scusa che era tardi per poter così chiudere il dibattito e correr via. Fu chiaro a tutti che la Soka Gakkai aveva ottenuto una vittoria totale. Come presentatore, Shin’ichi annunciò che il dibattito era finito. Era, al tempo stesso, un’evidente dichiarazione di vittoria.
A Shin’ichi Yamamoto fu affidato il ruolo di presentatore anche nell’ultimo grande evento cui partecipò Josei Toda, il secondo presidente della Soka Gakkai: la cerimonia del 16 marzo 1958 in cui egli affidò ai giovani la missione di kosen-rufu. Inizialmente era prevista la partecipazione dell’allora primo ministro giapponese, amico di Toda. I seimila partecipanti riuniti erano pieni di entusiasmo e desideravano mostrare al primo ministro la determinazione e lo spirito dei giovani della Soka Gakkai, pronti ad assumere sulle proprie spalle il futuro del Giappone. Ma poco prima dell’inizio della cerimonia il primo ministro annullò la sua partecipazione, mandando in sua vece la moglie e il genero.
Indipendentemente dalla partecipazione del primo ministro, Toda aveva deciso di celebrare, quel giorno, la solenne cerimonia in cui passare il testimone di kosen-rufu nelle mani dei giovani.
Shin’ichi, che aveva compreso l’intento di Toda, riuscì subito, con le sue prime parole di presentatore, a spazzar via la delusione dall’animo di tutti i partecipanti, risvegliando in ciascuno la promessa eterna come Bodhisattva della Terra di portare avanti il movimento di kosen-rufu nell’Ultimo giorno della Legge.
In quel momento si decideva la vittoria o la sconfitta: riuscire con la sua sola voce a risollevare la condizione vitale di seimila persone.
Quel giorno si svolse una cerimonia solenne, in cui il maestro Toda passò il testimone di kosen-rufu ai suoi successori.
Shin’ichi, ricordando con affetto quei momenti, disse ai giovani del Kyushu: «La cosa più importante per un presentatore o un moderatore è il suono della sua voce. Dovrebbe avere una voce fresca, appassionata, potente e piena di forza vitale. Con la sua voce, egli crea l’atmosfera e guida chi ascolta, a volte parlando con leggerezza, altre volte con solennità.
È necessario inoltre scandire bene le parole, così che tutti possano sentire e comprendere ciò che si dice. Anche le espressioni del viso sono importanti. Un presentatore non può mostrarsi stanco o triste. Perciò, se state per affrontare un’attività cruciale come fare il presentatore o il moderatore, avete bisogno di dormire abbastanza la notte precedente, di recitare un forte Daimoku prima dell’evento e di mangiare bene prima di iniziare la riunione. E quando vi sedete sulla vostra sedia, fate attenzione alla posizione, sedetevi con la schiena dritta».
Shin’ichi aveva cominciato parlando dell’atteggiamento, per concludere con indicazioni specifiche e concrete. Una guida priva di indicazioni concrete non può essere messa in pratica.
Ascoltando Shin’ichi, Kiyomoto Ataka capiva che quelle parole erano dirette a lui. Come responsabile della Divisione giovani uomini della prefettura di Fukuoka, dove si teneva la riunione dei responsabili di centro, era stato molto impegnato e non aveva dormito a sufficienza per diverse notti. Inoltre, né il giorno precedente alla riunione, né il giorno stesso, aveva trovato il tempo di recitare abbastanza Daimoku.
Dopo l’errore commesso alla riunione dei responsabili nel ruolo di presentatore, Ataka rifletté seriamente sul suo comportamento: «È vero che ero pieno di impegni, ma davvero ero così oberato da non avere nemmeno il tempo di dormire e di recitare Daimoku? Guardando la situazione in modo oggettivo, devo ammettere che, pur cercando di sforzarmi con tutto me stesso, a poco a poco ero caduto nell’inerzia e alla fine ho perso tempo prezioso, a causa di un atteggiamento negligente. A un certo punto, mi sono lasciato prendere dalla leggerezza e ho cominciato a pensare che la riunione, essendo un evento per kosen-rufu a cui avrebbe partecipato il presidente Yamamoto, sarebbe stata in qualche modo protetta e tutto sarebbe andato comunque per il meglio».
Ataka non era riuscito a rimanere attento e lucido. Così aveva finito col pensare che la mancanza di sonno e di Daimoku su di lui non avrebbe avuto alcun effetto, con il risultato di ritrovarsi a fare il presentatore con una condizione vitale debole. In altri termini, aveva preso alla leggera la riunione dei responsabili di centro, forza motrice dello sviluppo della Soka Gakkai.

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