In questi due dialoghi tra il presidente Ikeda e il comitato editoriale del Mirai Journal per i ragazzi e le ragazze delle scuole medie e superiori vengono affrontate due importanti tematiche: il rapporto con i genitori e le speranze dei giovani per il futuro
Apprezzare i genitori
Mirai Journal: In questo ultimo mese dell’anno (dicembre 2012), i membri della Divisione futuro stanno lavorando duramente per raggiungere i loro obiettivi.
Daisaku Ikeda: Mi complimento sinceramente con ciascuno di voi, miei giovani amici della Divisione futuro, per i seri sforzi che avete fatto quest’anno. Vi prego di fare molta attenzione per evitare incidenti in questo periodo impegnativo. Io recito Daimoku ogni giorno per la vostra salute, sicurezza e vittoria, soprattutto per coloro che si stanno preparando per andare alle superiori o per gli esami di ammissione all’università.
In Giappone, il mese di dicembre è tradizionalmente chiamato shiwasu [scritto con i caratteri cinesi che significano “mentore” o “maestro” e “correre”]. Toda, scherzando, una volta disse: «Alla lettera shiwasu significa: “gli insegnanti stanno correndo”. So che siete impegnati, ma anch’io sto correndo alla massima velocità! Fate del vostro meglio anche per kosen-rufu». Come membri della SGI, i vostri genitori si stanno sforzando con tutto il cuore per portare felicità e pace nelle loro comunità e nel mondo. Sono “inviati del Budda”, nobili e grandi “tesori della nazione”. Sono pieno d’infinita gratitudine per loro. Spero che vi prendiate cura dei vostri meravigliosi genitori e che siate dei buoni figli.
MJ: Lei sottolinea sempre l’importanza di apprezzare i genitori. Come risultato, molti membri della Divisione futuro hanno dichiarato di avere intenzione di fare qualcosa di speciale per i loro genitori durante le prossime vacanze di Capodanno, come ad esempio aiutarli nelle faccende domestiche e così via.
Ikeda: Sono sicuro che i vostri genitori saranno profondamente toccati da questi gesti premurosi, così non solo contribuirete ad alleviare loro lo stress e le preoccupazioni, ma potreste anche ricevere un regalo di Capodanno più grande!
Apprezzare i genitori è l’essenza dell’umanità, il percorso migliore per la felicità e la base della pace nel mondo.
MJ: Alcuni membri della Divisione futuro ci hanno scritto dicendo che vorrebbero essere buoni figli e mostrare loro apprezzamento, ma non sanno come fare.
Ikeda: Il Buddismo insegna tre livelli di amore filiale, ossia come essere un buon figlio o una buona figlia. Il primo è regalare loro vestiti, cibo o altri beni necessari. Il secondo è soddisfare le loro aspettative. La terza, e più alta forma di amore filiale, è aiutare i propri genitori a indirizzare la loro vita verso la felicità eterna attraverso il potere della fede nella Legge mistica. In altre parole, il modo migliore per essere buoni figli è recitare Nam-myoho-renge-kyo, la Legge dell’universo, e diventare individui eccezionali grazie alla pratica del Buddismo di Nichiren.
Essere buoni figli significa studiare il più possibile e crescere bene, così da portare tante altre persone alla felicità e dare un contributo positivo alla società e al mondo intero. Per i genitori non c’è maggiore orgoglio che vedere il proprio figlio diventare una persona stimata e apprezzata: così sentono che i loro sforzi per farli crescere bene sono stati premiati.
La relazione genitori-figli continua per sempre, non importa quale sia la vostra età. Un genitore è sempre un genitore e un figlio sempre un figlio. Anche dopo la morte, le loro vite rimangono collegate. Da questo punto di vista, essere buoni figli è un impegno permanente. La chiave è lucidare costantemente se stessi e svilupparsi, senza essere impazienti.
Tenendo questo a mente, mi piacerebbe riportarvi alcune parole del celebre campione per l’indipendenza filippina, José Rizal (1861-1896): «I più grandi onori con cui si possono ripagare i genitori sono l’onestà e il buon nome».
MJ: Rizal morì alla giovane età di trentacinque anni, dando la vita per liberare la sua patria dall’oppressione coloniale. Era un autentico uomo del Rinascimento, con molti talenti: linguista, poeta, romanziere, medico, artista, agronomo ed educatore.
Ikeda: È vero. La fonte del suo multiforme talento fu l’educazione accurata che ricevette dai suoi genitori, in particolare dalla madre. Da quando era un ragazzo, la madre lo incoraggiava a leggere, e spesso era lei che leggeva a lui. Le storie che gli aveva raccontato rimasero una fonte di grande nutrimento per tutta la vita. Inoltre con lei studiò le lingue straniere e coltivò lo spirito di cittadino globale, arrivando a conoscere ventidue lingue.
A un certo punto, la madre di Rizal fu arrestata e incarcerata per due anni e mezzo con false accuse, ma rifiutò di sottomettersi alle richieste ingiuste delle autorità coloniali, un atto di sfida che scatenò la loro ira. Testimone delle terribili ingiustizie commesse da chi era al potere, Rizal promise di lavorare per l’indipendenza della sua patria combattendo per sua madre e per il suo paese. Il suo spirito coraggioso brilla ancora luminoso nelle Filippine di oggi.
I vostri genitori lavorano duramente per farvi crescere, anche se voi potete non notarlo. Nel momento in cui ve ne renderete conto, e deciderete di ripagarli in qualche modo per tutto quello che hanno fatto per voi, allora sarete pieni di forza ed energia.
Quando Nichiren Daishonin aveva dodici anni promise di ripagare il debito di gratitudine verso i genitori, diventando «la persona più saggia di tutto il Giappone» (RSND, 1, 155).
Il nostro cuore e le nostre intenzioni sono, infatti, il fondamento di tutto. Se sentite il desiderio di mostrare il vostro apprezzamento verso i genitori, non c’è limite alla crescita che potete ottenere.
Il passo successivo, ovviamente, sta nel dimostrare tale apprezzamento in modo concreto. Rivolgendosi al giovane discepolo Nanjo Tokimitsu, il Daishonin gli raccomanda di sorridere ai genitori almeno due o tre volte al giorno (cfr. WND, 2, 636). In quanto membri della Divisione futuro, dovete ancora entrare nel mondo del lavoro, quindi acquistare regali costosi per i vostri genitori li farà solo preoccupare. Ma i sorrisi non costano niente. È possibile ritirare una quantità illimitata di sorrisi dalla banca del cuore. Sono un dono che i genitori apprezzeranno molto più di un regalo costoso, infatti un figlio che sorride è una fonte di felicità incondizionata per un genitore amorevole.
MJ: Alcuni membri della Divisione futuro dicono di sentirsi imbarazzati a sorridere ai propri genitori.
Ikeda: Fa parte dell’età che state attraversando. In un certo senso, è impossibile aiutarvi. Ma se avete difficoltà a sorridere, potete almeno provare a parlare con un tono gradevole, rispondendo educatamente quando i genitori vi chiedono qualcosa di importante. Questo è un trucco magico per rassicurarli. Per esempio, quando vi augurano una buona giornata mentre andate a scuola, rispondete con un allegro: «Ci vediamo più tardi!», oppure se vi chiedono di fare i compiti basta dire: «Sì, li sto facendo ora!». Qualunque sia la situazione, rispondere in maniera allegra li rasserenerà.
Se invece rispondete a queste domande con degli irritati: «Non starmi addosso!», «Non ne ho voglia» o «Lasciami stare!», allora i genitori si sentiranno demoralizzati e non apprezzati. Il fatto è che uno dei loro compiti è proprio starvi addosso. Starete meglio anche voi se penserete: «Beh, sono contento che abbiano l’energia per continuare a occuparsi di me in questo modo».
Scoprirete che lo sforzo di rispondere in modo positivo risolleverà sia il vostro umore che il loro, rendendo la famiglia un luogo più caldo e felice. Tale è il potere che le vostre parole possono avere.
MJ: Sottolineando il potere della voce e delle parole, il Daishonin dice: «La voce compie il lavoro del Budda» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 109, 49).
Ikeda: Il poeta mongolo Gombojavyn Mend-Ooyo (presidente dell’Accademia mongola della cultura e della poesia), che ha recentemente visitato le scuole Soka di Tokyo, una volta disse: «Nulla è più potente delle parole. A seconda di come vengono utilizzate, possono funzionare come “parole di luce” che illuminano il cuore della gente».
La cosa importante è cercare di esprimere sentimenti sinceri nei confronti dei genitori. Dite loro: «Vi apprezzo molto», «Io recito Daimoku ogni giorno per la vostra salute» o «Prometto di rendervi orgogliosi di me e che un giorno vi porterò a fare un viaggio all’estero!». Con queste parole potrebbero sorprendersi, ma ne saranno davvero felici.
Il punto è che essere buoni con loro non significa fare qualcosa di eccezionale. Basta alzarsi in orario ogni mattina, fare colazione e andare a scuola, studiare con impegno e creare buoni rapporti con gli amici: questi sono comportamenti per essere buoni figli, dal momento che rassicurerete i genitori e non li farete preoccupare per voi.
MJ: Ci sono anche alcuni membri della Divisione futuro che, anche se gli altri potrebbero non notarlo, si sentono tristi perché non hanno la madre o il padre.
Ikeda: So come si sentono quelli di voi che si trovano in questa situazione. Siete tutti giovani leoni. Spero che siate forti, positivi e sicuri di voi stessi. Se non avete un padre, siate due volte più buoni con vostra madre, se non avete una madre, siate doppiamente di supporto a vostro padre.
Parlo a coloro che hanno dovuto affrontare la morte di un genitore: sappiate che essi rimangono vivi nel vostro cuore. Quando recitate Daimoku davanti al Gohonzon, essi sono lì con voi, siete collegati grazie al Daimoku. Vostra madre o vostro padre, per quanto defunti, vegliano sempre sulla vostra crescita e sono entusiasti dei vostri sforzi, senza alcun dubbio.
In una lettera a un discepolo la cui madre era morta [essendo già deceduto il padre qualche tempo prima], il Daishonin scrive: «La mia testa, hai pensato, è la testa dei miei genitori, i miei piedi sono i loro piedi, le mie dieci dita sono le loro dieci dita, e la mia bocca è la loro bocca» (cfr. WND, 2, 658).
Ciò significa che tutti i benefici che ottenete attraverso i vostri sforzi per kosen-rufu, attraverso il corpo che vi hanno donato i vostri genitori, torneranno a loro. Quando voi vincete, anche loro vincono.
MJ: Alcuni membri della Divisione futuro dicono che, per quanto ci provino, proprio non riescono a rispettare i loro genitori.
Ikeda: Ricordate che voi siete quello che siete, a prescindere dai genitori. Sforzatevi nel diventare la persona migliore che potete nella vostra preziosa gioventù. Se ci sono dei gravi problemi in casa che non potete affrontare da soli, vi prego di trovare un membro più anziano nella fede di cui avete fiducia e parlatene. Ma non dimenticate che avete con i genitori un grande debito di gratitudine in quanto vi hanno donato la vita. Loro sono persone come voi, non sono perfetti. Spero che vi sforziate di capire i problemi e le situazioni difficili che probabilmente stanno attraversando.
Pur consapevole del fatto che alcuni giovani avevano difficoltà con i loro genitori, Toda fu sempre molto chiaro sul fatto che coloro che non erano in grado di avere compassione per loro, non sarebbero stati capaci di realizzare kosen-rufu. Il legame tra genitori e figli ha un profondo significato: visto dalla prospettiva del Buddismo, abbiamo scelto noi di nascere dai nostri genitori in modo da poter compiere la nostra grande missione in questa vita. Il desiderio di ripagare questo debito di gratitudine ci permette di aprire ed espandere il nostro stato vitale.
Inoltre, ricordate che i compagni di fede della famiglia Soka vi sono sempre vicini, pronti a condividere i problemi, le sofferenze e a recitare Daimoku insieme a voi. Ci sono anch’io con voi.
Inauguriamo allegramente un nuovo anno di luminose promesse, con il cuore aperto e pieno di gioia!
(1 dicembre 2012)
Cittadini del mondo
Ikeda: Vorrei augurare a tutti i membri della Divisione futuro un felice anno nuovo! Sono felicissimo di cominciare il 2013 con tutti voi, giovani pieni d’entusiasmo.
MJ: Molti membri della Divisione scuole medie e superiori hanno condiviso con noi i loro obiettivi: desiderano lavorare all’estero e seguire il suo esempio, stringendo amicizia con persone di tutto il mondo.
Ikeda: In tutto il mondo continuerò a spianarvi la strada. Le basi per kosen-rufu sono state gettate, ora c’è bisogno di sempre più persone di valore. Vi prego di crescere e diventare leader di successo; il vostro sviluppo e la vostra crescita sono la speranza dell’umanità.
Con la mappa del mondo ben aperta davanti ai vostri occhi, facendo appello al vostro infinito potenziale, rendete questo un anno di grandi vittorie.
MJ: In qualunque parte del mondo andiamo oggi, probabilmente vi troveremo dei membri della Soka Gakkai.
Ikeda: È meraviglioso, vero?
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, mi passò il testimone di kosen-rufu dicendo: «Il mondo è il tuo vero palcoscenico». Io ho viaggiato per conto di Toda, che non è stato in grado di farlo personalmente e facendo mio il suo spirito, ho forgiato legami di amicizia in tutto il mondo.
La SGI è stata fondata a Guam il 26 gennaio 1975. Quel giorno, firmando il registro delle presenze, nella colonna della nazionalità ho scritto “Mondo”. L’ho fatto perché credo fermamente nell’ideale di cittadinanza globale che Toda sosteneva.
Oggi la rete della Soka Gakkai Internazionale abbraccia 192 paesi, una rete globale per la pace che trascende i limiti di nazionalità ed etnia. In ogni angolo del pianeta, profondamente radicati nelle loro comunità locali, i nostri membri stanno guadagnando la fiducia degli altri come buoni cittadini e contribuiscono in modo positivo alla società.
MJ: Alcuni giovani della Divisione futuro che vogliono andare all’estero, ci hanno scritto per sapere cosa possono fare per diventare “cittadini globali”.
Ikeda: Ecco un’ottima domanda.
Avete mai sentito l’espressione “pensare globalmente, agire localmente”? È un requisito essenziale per diventare “cittadini globali”.
La futurologa americana Hazel Henderson, con la quale ho tenuto un dialogo, ha fatto suo questo slogan nell’impegno per affrontare i problemi ambientali globali. Durante il nostro dialogo, la Henderson sottolinea che non è difficile essere un cittadino globale e che, nel cercare di risolvere i problemi globali, dobbiamo fare tutto il possibile nel luogo in cui ci troviamo in questo momento come abitanti del pianeta Terra. Spero che tutti teniate nel cuore le sue parole. Ciò che ci rende cittadini del mondo è il nostro spirito, oltre alle azioni che compiamo ogni giorno.
MJ: Ai tempi, la Henderson era una casalinga impegnata a ridurre l’inquinamento atmosferico nel suo ambiente.
Ikeda: Esatto. Cinquant’anni fa, l’aria di New York, la città dove lei viveva, era così inquinata che lasciava un velo di fuliggine sulla pelle quando si usciva all’aria aperta. La Henderson decise di agire per creare un futuro migliore per i bambini della città e cominciò a parlare con le mamme che incontrava nel parco cittadino. Ottenendo un numero sempre crescente di sostenitori, formò un piccolo gruppo d’azione: scrisse lettere al sindaco e alle stazioni televisive per richiamare l’attenzione sul problema, inondò di proteste le grandi aziende che stavano inquinando l’aria. In un primo momento fu messa in ridicolo come una casalinga ignorante, ma lei rifiutò di arrendersi. Studiò il problema con serietà, alzò il livello d’attenzione dell’opinione pubblica e lavorò con costanza per vedere promulgate delle leggi che regolassero l’inquinamento.
MJ: Le azioni coraggiose di un singolo individuo possono cambiare la società e condurre a dei cambiamenti anche nel resto del mondo.
Ikeda: Proprio così. La fonte del coraggio della Henderson era l’esempio di sua madre. Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale in Europa, lei aveva sei anni. La Gran Bretagna, dove viveva in quel momento, subì pesanti bombardamenti aerei e, in seguito a questi, sua madre aprì la loro casa alle persone le cui abitazioni erano state distrutte offrendo rifugio a molti sfollati.
Questo nobile spirito delle madri, che aiutano gli altri anche nel mezzo della loro sofferenza, può essere considerato il cuore stesso della cittadinanza globale.
In realtà, tutti voi avete il perfetto esempio di cittadinanza globale: sono i vostri genitori e compagni membri della SGI che praticano il Buddismo di Nichiren Daishonin. Essi lavorano instancabilmente giorno dopo giorno per il benessere degli altri e delle loro comunità, oltre a impegnarsi appassionatamente per il grande ideale di kosen-rufu. Quando s’imbattono in qualcuno che soffre, parlano della filosofia di vita della Soka Gakkai, spiegano la Legge dell’universo e condividono le proprie esperienze personali di vittoria grazie alla pratica buddista. Essi sanno entrare in empatia con gli altri e li incoraggiano con tutto il cuore. Nessuno può eguagliare la loro costante dedizione alla felicità dell’umanità e alla pace nel mondo.
MJ: Un membro della Divisione futuro ci ha chiesto quali sono le qualità necessarie per parlare e stringere amicizia con persone di altre culture e religioni, così come sta facendo lei, presidente Ikeda.
Ikeda: Si tratta essenzialmente di creare relazioni tra individui. Studiare e praticare il Buddismo del Daishonin ci permette di conversare con gli altri cuore a cuore, raggiungendo il livello più profondo della vita stessa. Ricordate che fare amicizia con persone di altri paesi non è diverso dal farlo con persone della vostra città. La cosa importante è rispettare gli altri, essere onesti e aperti con loro e cercare di capirli come esseri umani. Coloro che sono in grado di salutare gli altri e dialogare con entusiasmo possono essere chiamati cittadini globali. Inoltre, una caratteristica comune di molti degli eccezionali leader internazionali che ho incontrato è la loro determinazione nel mantenere le promesse. Toda diceva: «Uno dei comportamenti più importanti per i giovani che crescono è imparare a mantenere le promesse». Le grandi persone sono oneste e leali. Mantenete sempre le promesse fatte agli altri e a voi stessi, questo vi aiuterà a diventare ottimi cittadini globali.
MJ: Attraverso la sua diplomazia da cittadino globale lei è riuscito a creare amicizie tra il Giappone e la Cina e tra il Giappone e la Russia.
Ikeda: Poiché amo la pace, ho fatto tutto quello che potevo per promuovere l’amicizia. Quando ho visitato la Cina per la prima volta nel 1974, una bambina è venuta da me e mi ha chiesto perché fossi lì in visita. Io ho risposto: «Sono venuto a conoscerti!». Era davvero ciò che sentivo. Volevo diventare un ponte che collega il cuore delle persone, capace di unire persone provenienti da diversi paesi, specialmente i giovani.
Dopo aver visitato la Cina, sono stato nell’ex Unione Sovietica: a quel tempo, molte persone in Giappone ne avevano paura. Inoltre, prima del mio viaggio, sono stato criticato perché facevo visita a una nazione che rifiutava la religione, ma la mia risposta è stata che ero lì per incontrare persone.
Affiderò a voi, miei giovani successori, il grande cammino di amicizia che ho costruito in tutto il mondo.
MJ: Nel corso di una conferenza tenutasi al Teachers College, presso la Columbia University di New York (nel 1996), lei ha indicato tre elementi essenziali per la cittadinanza globale: la saggezza di riconoscere l’uguaglianza di tutte le vite, il coraggio di rispettare le differenze e la compassione per gli altri. Molte persone hanno riconosciuto l’importanza di questi punti per la risoluzione dei conflitti che continuano ad affliggere il mondo.
Ikeda: Voi siete giovani leader che faranno amicizia con persone di tutto il mondo e contribuiranno alla realizzazione della pace. Vi prego di studiare e di migliorare il vostro carattere e abilità. Leggete anche le opere della letteratura mondiale. La lettura non è solo un modo per ottenere informazioni, ma è utile per approfondire la conoscenza della storia e della cultura di altri paesi e può anche contribuire a promuovere uno spirito di empatia e comprensione verso gli altri.
Spero anche che impariate le lingue straniere. Si tratta di un passaporto per il mondo. Non fermatevi a una sola lingua straniera in futuro: saperne parlare due o tre potrebbe essere un vero e proprio patrimonio.
Inazo Nitobe (1862-1933), nato nella regione di Tohoku in Giappone, in gioventù aspirava a diventare un “ponte sul Pacifico”. In seguito divenne un vero cittadino del mondo, ricoprendo anche il ruolo di sottosegretario generale della Società delle Nazioni (precursore delle Nazioni Unite). Era anche, per inciso, un conoscente del primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi.
Nitobe disse: «Penso che coloro che si prendono cura dei propri compiti immediati sono lodevoli. Coloro che riconoscono chiaramente che cosa devono fare ora saranno anche in grado di capire il loro dovere e il loro scopo nella vita». Egli credeva che migliorare se stessi aprisse la strada al mondo.
Se studiate sodo e migliorate il vostro carattere, nuovi orizzonti si apriranno davanti a voi. Il mondo intero vi attende, miei giovani amici.
MJ: Alcuni membri della Divisione futuro dicono di avere difficoltà a imparare le lingue straniere.
Ikeda: Anche se è stato così finora, potete sempre cambiare la situazione, se davvero lo volete. Non è mai troppo tardi per studiare e imparare: il momento giusto arriverà quando decidete profondamente di farlo.
Quando avevo la vostra età, il Giappone era in guerra. L’inglese era considerata la “lingua del nemico” e non era permesso studiarlo. Penso sempre che se potessi tornare indietro, ai tempi della scuola, vorrei diventare un esperto in lingue straniere. Ecco perché mi auguro che voi impariate molte lingue, adesso che siete ancora giovani e avete amici in tutto il mondo. Inoltre, se ne avete la possibilità, portate all’estero anche i vostri genitori.
Kosen-rufu era il sogno della vita di Nichiren Daishonin. Nei suoi scritti, ci sono molti riferimenti a “Jambudvipa”, che significa “il mondo intero”. Siete giovani che sostengono e praticano il grande insegnamento del Buddismo di Nichiren, quindi siate certi che tutti avrete il vostro posto sul palcoscenico mondiale come cittadini globali, e come leader della società e di kosen-rufu saprete ispirare gli altri e dare il vostro prezioso contributo.
In attesa di quel giorno, lavorerò accanto a tutti voi. Mettiamoci obiettivi freschi per questo inizio anno, guardando verso il futuro e verso il mondo intero!
(1 gennaio 2013)