Durante il corso in Giappone i partecipanti italiani hanno potuto vedere con quale impegno la Soka Gakkai e il presidente Ikeda stanno creando un’epoca di pace. Da questo esempio, l’incoraggiamento per tutti è stato quello di «affrontare le difficoltà, anziché evitarle, per svilupparsi come esseri umani»
In dieci membri dall’Italia, e oltre duecento provenienti da tutto il mondo, abbiamo partecipato al Corso mondiale giovani tenutosi in Giappone dal 3 all’8 settembre. Durante la settimana le nazioni presenti si sono unite in un coro inequivocabile: “One World With Sensei”. Un motto che rappresenta gli sforzi di migliaia di giovani che in ogni angolo del pianeta stanno creando una nuova era di kosen-rufu.
Il presidente Ikeda si è preso cura di noi sin dall’arrivo in aeroporto e ogni giorno ci ha sostenuti con dei messaggi di incoraggiamento ad hoc. Tutti i collaboratori ci hanno trasmesso l’attenzione e il cuore di sensei, e il loro atteggiamento ci ha permesso di approfondire il modo per poter migliorare le nostre attività e ci ha mostrato quanta gioia si può provare nel dedicarsi agli altri.
Durante tutta la settimana si sono tenute visite nei vari Centri culturali, molte attività di studio e la riunione di Centro. Quest’ultima si è svolta nell’Ikeda Auditorium dell’Università Soka, fondata dal presidente Ikeda nel 1971. Il campus è la testimonianza dell’impegno comune di maestro e discepoli, che hanno piantato insieme gli oltre diecimila alberi che rendono questo posto una “cittadella dei fiori di ciliegio” splendente in primavera.
Passeggiando per i viali si percepisce il desiderio di sensei di creare un luogo nel quale gli studenti possano sentirsi a loro agio e tirar fuori il loro massimo potenziale. Come scrive nel messaggio per la settima riunione dei responsabili di centro: «La creazione di un ambiente bellissimo nel quale vivere in armonia con la natura è espressione del principio buddista di “unicità della vita e del suo ambiente”» (di prossima pubblicazione).
La visita al Centro della cultura Soka ci ha permesso di vedere con i nostri occhi con quali sforzi la Soka Gakkai sta creando un’epoca di pace nel mondo. In questo Centro sono presenti video, pannelli multimediali e oggetti riguardanti la storia di kosen-rufu. Vedere i pennelli con i quali sensei ha scritto le calligrafie, seguire attraverso pannelli touchscreen i viaggi di Ikeda, rimanere a bocca aperta davanti alle pubblicazioni editoriali di Josei Toda scatena la voglia immediata di sostenere il proprio maestro e approfondire la storia del nostro movimento.
Un legame unico
Camminare nel quartiere di Shinanomachi a Tokyo è la riprova lampante dello spirito maestro-discepolo più volte approfondito in questo corso. Per i membri incontrati casualmente in strada eravamo la dimostrazione della vittoria di sensei, dei suoi viaggi per kosen-rufu in Europa e nel mondo. Ci hanno riempito di regali e di strette di mano ringraziandoci per gli sforzi fatti. Anche durante la visita a Sagamihara, nella prefettura di Kanagawa, abbiamo avuto l’occasione di incontrare centinaia di persone: nei loro occhi ardeva il desiderio di rispondere alle aspettative del presidente Ikeda, ossia realizzare kosen-rufu nel mondo, partendo dal dare il massimo valore a ogni persona. Il loro esempio ci ha fatto comprendere l’importanza di scegliere ogni giorno il proprio maestro e di crearci un legame personale. Il rapporto che instauriamo con sensei è unico e individuale. Ricercando il cuore del maestro possiamo rafforzare la nostra fede quotidianamente.
Ognuno di noi possiede una missione importante: dare una sferzata di umanità nella nostra società, nelle nostre famiglie, nei nostri luoghi di lavoro, prendendo consapevolezza del proprio potenziale. Minoru Harada, presidente della Soka Gakkai, ci ha incoraggiati a mettere in pratica la guida che Josei Toda diede all’allora diciannovenne Daisaku Ikeda, ossia che la vita è lunga e non sappiamo né quando né come il nostro karma si manifesterà, pertanto è indispensabile avere una salda convinzione, una filosofia per vivere serenamente e con fiducia. Se facciamo nostro il cuore di sensei e manifestiamo questa grande forza che è inerente alla nostra vita, possiamo infondere speranza dove c’è solo disperazione e rassegnazione, e aiutare gli altri a diventare felici.
Nichiren Daishonin scrive: «Qualunque cosa accada, mantieni sempre la tua fede come devoto del Sutra del Loto e rimani mio discepolo per il resto della tua vita» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 341). Come ci ha spiegato Masaaki Morinaka, vice responsabile del Dipartimento di studio della SGI, le parole “Qualunque cosa accada” esprimono la volontà e il desiderio del Daishonin di realizzare kosen-rufu a qualsiasi costo. Questa è la forte aspirazione del maestro di condurre i suoi discepoli al conseguimento della Buddità nel momento cruciale. La nostra esistenza, in confronto all’eternità, dura un attimo ed è effimera, per questo dovremmo consolidare uno stato di Buddità che costituisca la base per la nostra felicità eterna. Il conseguimento dell’Illuminazione dipende unicamente dalla nostra capacità di vincere sull’oscurità fondamentale. La cosa importante è il momento presente, questo momento determinerà tutto.
Se pensiamo all’ambiente che ci circonda possiamo rassegnarci al nostro destino o affrontarlo aprendo un varco tra le difficoltà. Il Buddismo di Nichiren Daishonin ci insegna a non arrenderci mai di fronte ai problemi e Ikeda incoraggia i giovani ad affrontare le difficoltà, anziché evitarle, per svilupparsi come esseri umani. Egli disse che «piuttosto che pensare a vincere, dovremmo pensare a non arrenderci mai. Avanzare sempre è il segreto della vittoria».
Harada ha voluto riconfermare l’importanza cruciale del 2014 e del 2015, incoraggiandoci a dare il massimo in tutte le sfide e ribadendo che le vittorie di questi due anni porteranno alla grande vittoria della SGI per l’eterno futuro. Utilizziamo quest’anno e il prossimo come un vero trampolino di lancio per la nostra vita. Il desiderio di sensei è che ognuno di noi, in questa nuova era, prenda la decisione di contribuire a kosen-rufu in modo attivo, pieno di energie. Prendiamo un nuovo slancio e sviluppiamo dinamicamente la nostra vita così che i nostri amici possano dire: «Come è cambiata questa persona!», rendiamo reali queste parole attraverso la nostra trasformazione e coroniamo di vittorie questo anno!
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Gli occhi su Hiroshima
Elena Battistini, segretaria nazionale della Divisione giovani donne, con una delegazione di ventiquattro persone, ha potuto visitare Hiroshima e il Museo della pace, dedicato alla memoria del bombardamento atomico del 6 agosto 1945
«Fin dall’infanzia racconta Elena ho sempre avuto una paura enorme del conflitto e della guerra. Ho sempre chiuso gli occhi rispetto all’oscurità fondamentale, invece andare lì ha significato aprirli su cosa gli esseri umani sono capaci di fare quando sono dominati da essa». Il Museo della pace racconta nel dettaglio cosa è accaduto il 6 agosto del 1945: fotografie molto forti, una voce narrante altrettanto dura che spiega cosa è capitato a quella persona, a quel bambino, dando un nome e un cognome alle vittime. La successiva passeggiata nel Parco della pace è stata molto solenne, così come i tre Daimoku recitati tutti insieme.
Anche l’incontro con gli hibakusha (sopravvissuti al bombardamento atomico) è stato toccante: oggi infatti sono sempre meno e sempre più anziani. Un uomo di ottantasette anni, che ha perso tutta la sua famiglia, ha raccontato di essere stato incoraggiato da Ikeda durante tutta la sua vita. Tre sono i punti principali che sensei prega di diffondere per non dimenticare: sapere cosa comporta l’atomica, mettersi nei panni delle vittime e ricordarsi che è un atto demoniaco che non deve mai essere ripetuto.
Seguendo la tradizione inaugurata da una bambina di dodici anni colpita dalle radiazioni che nei suoi ultimi otto mesi di vita si impegnò nel costruire mille gru di origami, anche i membri che hanno visitato Hiroshima hanno costruito più di ottomila gru come simbolo di pace.