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I princìpi buddisti possono rivoluzionare la società - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:52

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    I princìpi buddisti possono rivoluzionare la società

    I giovani studiano il Buddismo? Marta Bonomo, vice responsabile nazionale del Dipartimento di studio, ha chiesto direttamente ad alcuni di loro quali sono le difficoltà che lo studio comporta

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    I giovani studiano il Buddismo? Marta Bonomo, vice responsabile nazionale del Dipartimento di studio, ha chiesto direttamente ad alcuni di loro quali sono le difficoltà che lo studio comporta

    Ho rivolto alcune domande a un piccolo gruppo di giovani sulle difficoltà che incontrano nello studiare il Buddismo. Qualcuno ha ammesso sinceramente di non studiare o di farlo saltuariamente, a volte per mancanza di tempo, altre perché non sa orientarsi nel gran numero di pubblicazioni, preferendo chiedere chiarimenti ai compagni di fede con più esperienza. Qualcuno racconta però che ha trovato nel libro per l’esame di primo livello una base semplice per lo studio personale e di utilizzarlo anche nei dialoghi sul Buddismo. C’è poi chi si dichiara appassionato del Gosho e ne legge uno al giorno, riconoscendo che questo sforzo alza lo stato vitale e fa sentire più forza e coraggio nella vita quotidiana. C’è poi chi, prima di fare Gongyo, al mattino legge le spiegazioni di Ikeda in “Imparare dal Gosho” (in Buddismo e Società) che gli permettono di capire in modo più completo il significato degli scritti di Nichiren Daishonin.
    Diversi si stupiscono del fatto che, mentre si riempie di attenzioni chi recita poco Daimoku o non partecipa alle riunioni, non si ha la stessa preoccupazione quando qualcuno non studia. La difficoltà di linguaggio di alcuni libri o articoli può scoraggiare, ma un testo troppo semplice può rendere superficiale la complessità del punto di vista buddista sulla vita: ci vorrebbero dei responsabili che aiutano a studiare, specialmente all’inizio. Un ragazzo che non aveva l’abitudine nemmeno di leggere, grazie all’esperienza del primo esame di Buddismo, ha maturato il desiderio di utilizzare maggiormente gli scritti buddisti.
    «È difficile essere buddisti – dice una ragazza – se non studi, se non segui il maestro. Questo messaggio dovrebbe partire dalle riunioni di discussione, anche da come si raccontano le esperienze. Sarebbe importante mettere in rilievo come si è messo in pratica un principio buddista o una frase di Gosho, così che le persone possano capire quanto sia importante imparare i princìpi fondamentali alla base della pratica buddista». Un’altra ragazza racconta di quanto le sia­no state utili le prime riunioni: «Mi hanno permesso di mettere le “impalcature” alla mia pratica, approfondire i princìpi, permettendomi di orientarmi e fare esperienze».
    Chiedendo dove i giovani cercano spiegazioni e spunti da utilizzare anche per parlare agli altri della pratica, risulta che pochi utilizzano il sito dell’Istituto, ma trovano che potrebbe essere una buona idea. Alcuni princìpi buddisti sono un po’ difficili da assimilare per la nostra mentalità occidentale abituata a separare invece che a collegare le cose e ad attribuire più potere all’esterno che all’interno della nostra vita: «Forse – dice qualcuno – per aumentare la consapevolezza della prospettiva “rivoluzionaria” del Buddismo di Nichiren Daishonin, basterebbe confrontare i princìpi buddisti con il modo di pensare della società».

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