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Le due vie della pratica e dello studio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:39

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Le due vie della pratica e dello studio

Durante la riunione della Consulta nazionale, che si è tenuta a Roma il 5 e il 6 luglio, il direttore generale Tamotsu Nakajima ha sottolineato l’importanza di seguire con forte spirito di ricerca le “due vie della pratica e dello studio”, creando valore in ogni ambito della vita quotidiana

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Durante la riunione della Consulta nazionale, che si è tenuta a Roma il 5 e il 6 luglio, il direttore generale Tamotsu Nakajima ha sottolineato l’importanza di seguire con forte spirito di ricerca le “due vie della pratica e dello studio”, creando valore in ogni ambito della vita quotidiana

«Il Gosho è una raccolta preziosa di scritti che illuminano come la luce del sole, ed espongono in modo esaustivo la suprema filosofia del rispetto della dignità umana». Nell’editoriale dello scorso mese (NR, 540, 4) il presidente Ikeda parla dell’importanza del Gosho ricordando che basarsi sugli scritti di Nichiren Daishonin per affrontare ogni nostra giornata ci dà la certezza di vincere su sofferenze e problemi.
Il direttore generale Tamotsu Nakajima ha approfondito nuovamente l’argomento con i partecipanti alla Consulta nazionale.
«Impegnati nelle due vie della pratica e dello studio – dice il Daishonin -. Senza pratica e studio non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnarlo ad altri. Sia la pratica che lo studio sorgono dalla fede» (RSND, 1, 342).
L’ideale sarebbe studiare almeno venti minuti ogni giorno, ma talvolta può non essere scontato riuscire a dedicare quotidianamente uno spazio allo studio del Buddismo.
Nichiren ha scritto quelle lettere ai suoi discepoli non solo pensando alla realtà contingente del Giappone dell’epoca, bensì ai diecimila anni a venire e soprattutto a tutte le persone. Basandoci sul Gosho e recitando Daimoku con convinzione possiamo risolvere qualsiasi problema. Se abbiamo convinzione, la pratica funziona e ogni situazione diventa un’occasione per migliorare la nostra vita.
È naturale, ha spiegato Nakajima, avere dei dubbi e talvolta scoraggiarsi nelle situazioni che ci fanno soffrire; ma è attraverso la fede che si può andare fino in fondo anche quando non si vede via d’uscita.
Il Gohonzon è stato iscritto per la felicità dell’umanità intera. Il Daishonin afferma che il Gohonzon vale per sempre e per tutte le persone, e ha un potere senza limiti. Se noi preghiamo solo per la nostra felicità, la risposta sarà proporzionata a tale preghiera. Se preghiamo per tutta la nostra famiglia la risonanza sarà maggiore. Quando nel nostro cuore c’è la felicità di tutti i sette miliardi di persone che vivono su questo pianeta, la profondità della nostra determinazione moltiplicherà innumerevoli volte i suoi effetti. Questo desiderio della felicità di tutti non esclude i precedenti: li abbraccia e li fa risuonare nell’universo intero.
Ecco perché parliamo di Buddismo a quante più persone possibili e le sosteniamo affinché, attraverso una pratica corretta, possano sperimentare benefici, diventare felici ed essere fieri a loro volta di parlarne ad altre persone. Allargare il movimento di kosen-rufu significa cambiare sempre più rapidamente e in meglio la nostra società.

Verso gli esami

Il prossimo 23 novembre si terranno gli esami di Buddismo di primo e terzo livello. Come sappiamo, potranno partecipare a quello di primo livello tutti coloro che sono diventati membri entro il 30 giugno di quest’anno: è un’occasione per approfondire la fede, non per accumulare conoscenze.
«Cari amici che sostenete gli esami, compagni di fede che li aiutate nella preparazione, vi prego di studiare insieme mantenendo sempre vivo lo spirito di ricerca mettendo in pratica ciò che avete imparato» (NR, 540, 5): il presidente Ikeda conclude il suo editoriale rivolgendosi sia a coloro che daranno gli esami, sia a coloro che li aiutano nella preparazione. Nichiren alla fine delle sue lettere spesso invitava i suoi discepoli a leggere e rileggere i suoi scritti insieme, per riflettere e confrontarsi sulle parole del maestro, e comprendere come metterle in pratica. Lo scopo degli esami di Buddismo non è verificare il grado di preparazione delle persone, bensì sono l’occasione per approfondire i princìpi buddisti e applicarli nella vita di tutti i giorni. Studiare insieme, confrontarsi sul Gosho e sulle spiegazioni del nostro maestro significa aiutare una persona a praticare correttamente, avere cura di lei, desiderare che diventi felice.
Come Istituto anche quest’anno abbiamo stabilito l’obiettivo che ogni gruppo accompagni almeno due persone nuove di cui almeno una giovane a ricevere il Gohonzon. Abbiamo inoltre deciso di prenderci cura di ogni singola persona affinché ciascuno possa diventare veramente felice.
Per realizzare tutto questo è importante che le nostre riunioni di discussione siano gioiose e ben curate, che chiunque vi partecipi si senta così rivitalizzato da desiderare di portarci un amico o un familiare. Il fulcro della riunione non è l’argomento scelto, ma la convinzione che si riesce a trasmettere a ogni persona.
La Divisione giovani italiana si è unita al direttore generale e alla Divisione adulti, ribadendo che continuerà a essere in prima linea per la realizzazione degli obiettivi nazionali per il 2014 e per sostenere chi darà gli esami.
Dobbiamo rafforzarci e cercare di far emergere sempre la nostra Buddità, non solo mentre si recita, ma in ogni momento e in ogni situazione: ad esempio, siamo buoni lavoratori? Buoni figli? Buoni genitori? Buoni amici? Riusciamo a essere grati per ciò che abbiamo? Apprezziamo gli altri, che siano praticanti o no? Cerchiamo di essere sempre gentili anche nel linguaggio che usiamo. Decidiamo fortemente di tirare fuori la nostra Buddità in ogni momento e di percepire e rispettare quella degli altri.

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Oltre le parole, i fatti
Parlare di Buddismo per la prima volta a qualcuno non è sempre facile; i responsabili giovani della regione Puglia, Pierangelo Ciciriello, Florinda Galante e Sofia Denicolò hanno raccontato come sono riusciti ad affrontare questa sfida insieme ai giovani della loro zona

Dopo tanto Daimoku abbiamo deciso di incontrare tutti i giovani di Bari: abbiamo recitato e ci siamo incoraggiati con le guide di sensei. Poi siamo usciti per strada divisi in piccolissimi gruppi per condividere la pratica con quante più persone possibili. Il giorno seguente abbiamo organizzato una riunione in cui abbiamo invitato tutte le persone a cui abbiamo parlato del Buddismo e i principianti della zona. Grazie al sostegno di Mattia Battistini, Andrea Ciccorelli e Jasmina Cipriani (rispettivamente responsabile nazionale Divisione giovani uomini e responsabili della Divisione futuro) che hanno partecipato con noi a quest’impresa si è creato subito un ambiente gioioso e un forte spirito di squadra. È stato straordinario vedere come tanti giovani, alcuni timidissimi e introversi, si sono lanciati in questa attività così nuova con coraggio e voglia di superare i propri limiti e come, alla fine della giornata, tutti eravamo rivitalizzati e pieni di gioia. Insomma, ci siamo davvero divertiti! La fantasia non è mancata nel creare occasioni per parlare con le persone. Alla fine è stato chiaro che quel tipo di slancio doveva far parte della vita di ognuno di noi ogni giorno, insieme a Gongyo e Daimoku, senza troppe strategie mentali. La riunione è stata un vero successo: centotrenta partecipanti di cui quaranta per la prima volta a un incontro buddista. Le riunioni in piccoli gruppi in particolare sono state l’occasione per incoraggiare fino in fondo gli ospiti attraverso dialoghi cuore a cuore. Molti di loro hanno iniziato a praticare con costanza e partecipano con gioia alle attività delle Divisioni futuro e studenti. Ora stiamo proponendo quest’iniziativa anche nelle altre zone della Puglia. Abbiamo percepito che un’attività di questo tipo, basata sulle azioni più che sulle parole, è di sicuro il modo migliore per inaugurare la nuova era di kosen-rufu.

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Dal corso dei giovani della SGI
Il corso dei giovani è stato l’occasione per Chiara e Federico di prendere significative decisioni e sentirsi ancora più vicini al movimento per la pace che attraversa il mondo

Chiara De Paoli e Federico Bobbio, vice responsabili della Divisione studenti italiana, hanno partecipato al corso per la Divisione giovani della SGI tenuto a Tokyo a fine maggio.
I punti chiave toccati al corso – ha raccontato Chiara – sono stati il voto, l’unità e la propagazione. Ed è proprio attraverso la promessa di portare avanti il movimento di kosen-rufu con lo stesso spirito del maestro che Chiara ha raccontato di aver trasformato un aspetto importante della sua vita: «Ho sentito un forte senso di inadeguatezza, una voce che mi diceva: «Tu non sei la persona giusta per fare un voto del genere!». Ma quello che ho poi capito, sentito, vissuto è stato che quel grande voto non è riservato a persone straordinarie o particolarmente capaci. Non serve essere perfetti. Non è una questione di capacità, ma di decisione; formulare un voto è la decisione del discepolo che risponde al maestro, sono la “persona giusta” per fare un voto del genere se decido profondamente di vivere da discepola».
Il vice direttore generale della SGI Shigeo Hasegawa ha ricordato poi che l’unico modo in cui kosen-rufu potrà avanzare è attraverso l’unità. Itai doshin è composto da due livelli (il legame con il maestro e il legame fra compagni di fede), che nell’essenza sono indivisibili: solamente se manteniamo il canale con il maestro sempre aperto, se l’”interruttore” del legame con il maestro rimane sempre acceso, possiamo creare una vera unità tra i compagni, un’unità basata sulla fede.
Incoraggiati da Federico, i giovani partecipanti europei hanno deciso di comporre una canzone insieme: scritta in sei lingue, parla dello shakubuku che i ragazzi hanno non solo cantato, bensì messo in pratica: «Durante un meeting di scambio tra gli ospiti c’era un uomo nigeriano visibilmente emozionato. È stato naturale per alcuni di noi avvicinarsi per raccontargli la nostra esperienza. Alla fine ha deciso di ricevere il Gohonzon».

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Nuova nomina a livello regionale

Durante la Consulta nazionale è stata annunciata una nuova nomina

Regione Umbria
Responsabile Divisione giovani uomini
Francesco Capuano

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