A luglio Mauro ha partecipato a un corso per i dipendenti della SGI insieme a Luca, Monica e Daniela. In questo racconto sottolinea come siano stati incoraggiati a sviluppare una nuova visione del Buddismo che passa dalla stretta relazione fra maestro e discepolo e la cura di ogni persona
L’occasione di svolgere l’attività al Centro dell’Accoglienza è stata molto importante: ogni giorno in questa sede arrivano membri che portano lettere, regali e offerte per kosen-rufu. Siamo stati incoraggiati a sviluppare la consapevolezza di essere lì per ogni persona, “al posto del presidente Ikeda” per accogliere ogni singolo membro esattamente come farebbe sensei, con la stessa cura e considerazione. È stata un’attività commovente, in cui abbiamo avuto modo di apprezzare la sincerità delle persone che portavano offerte: dai loro occhi traspariva la felicità di poter fare questo gesto e il privilegio di poter contribuire a kosen-rufu.
Abbiamo imparato che, senza ombra di dubbio, il cuore che sa provare gratitudine e che sa riconoscere un privilegio – come quello di potersi dedicare a kosen-rufu – è il cuore che riceve il beneficio della felicità, a prescindere dalle circostanze in cui si trova.
Le parole del Budda
Durante l’incontro con lo staff della SGI che si occupa della traduzione dei testi del presidente Ikeda e la sessione di domanda e risposta con il vice presidente Tanigawa, è stato trattato il tema del Buddismo come religione mondiale: il presidente Ikeda ha posto le fondamenta di questo grande progetto e se seguiremo le sue orme, sicuramente si affermerà come tale, poiché si basa su una visione di un mondo ugualitario, in cui tutte le persone sono degne di rispetto. La società ha bisogno di un nuovo messaggio universale e dobbiamo pensare al Buddismo non come una religione orientale diffusasi in Occidente, bensì come un insegnamento per la salvezza e la felicità dell’umanità.Questo mi ha fatto riflettere su quanto ciò sia importante nel nostro approccio alla propagazione. Non esistono persone non pronte a incontrare Nam-myoho-renge-kyo o culturalmente “troppo distanti” per comprendere il meraviglioso funzionamento della Legge mistica: tutti stanno aspettando il Buddismo e sta a noi seguire la strada aperta da sensei e alimentare questo ampio flusso.
Attraverso l’incontro con i membri è risultato chiaro che formulare il grande voto di kosen-rufu significa, prima di tutto, prendersi cura degli altri.
È fondamentale l’atteggiamento nei confronti degli altri: rivolgersi alle persone con lo stesso rispetto con cui ci rivolgiamo al Gohonzon, prendersi cura di ogni individuo, mettersi nei loro panni, cercare sempre i punti di forza di ognuno e farli emergere.
Pregi e difetti a disposizione degli altri
Shigeo Hasegawa, il vice direttore generale della SGI, ci ha incoraggiato a creare un legame personale con il presidente Ikeda, così come indicato nella Nuova rivoluzione umana: la strada di non dualità di maestro e discepolo non sta nell’imitare nella forma il maestro o nel fare semplicemente quello che ci viene richiesto, ma nello sviluppare il suo stesso cuore, assumendosi la piena responsabilità della realizzazione di kosen-rufu.
Hasegawa ci ha infine ricordato che siamo già perfettamente dotati, che la Buddità è già insita nella nostra vita, quindi la cosa importante è lucidare quotidianamente il nostro stato vitale per illuminare ogni nostro aspetto. Così facendo anche i difetti e le debolezze potranno diventare utili per kosen-rufu.