I ragazzi e le ragazze della Divisione futuro dell’Emilia Romagna, protagonisti di questo mese, si sono incontrati per approfondire un tema particolarmente caro a chi si trova a progettare il proprio avvenire: i sogni e i desideri.
«Scoprire quali sono i sogni e riuscire a realizzarli – raccontano i responsabili – è la missione dei giovanissimi. Seguendo il nostro motto “Sosteniamoci cuore a cuore”, insieme alla Divisione giovani stiamo infatti andando a trovare tutti i ragazzi e le ragazze per recitare Daimoku insieme e sostenerci nei nostri rispettivi percorsi di crescita».
Nichiren Daishonin scrive che «i desideri terreni sono Illuminazione». Quando ci sforziamo per concretizzare i nostri obiettivi, in realtà stiamo costruendo un traguardo più grande: la nostra felicità.
In tal modo sogni e desideri diventano carburante per realizzare la nostra vita e kosen-rufu.
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Senza farsi sviare
tratto da In cammino con i giovani, “L’amicizia è un tesoro”, pag. 73 (pag. 69 vecchia edizione)
In questo brano Daisaku Ikeda risponde a tre domande preparate da alcuni giovani sulla difficoltà di saper riconoscere ciò che si vuole davvero. Sono tanti i dubbi da affrontare sul percorso verso la realizzazione della propria meta
I miei sogni, a volte, sembrano impossibili da raggiungere.
Daisaku Ikeda: È comprensibile. Il mio mentore, Josei Toda, una volta mi disse: «Per i giovani è giusto inseguire dei sogni anche se sembrano troppo grandi. Ciò che si può raggiungere in una sola esistenza non è altro che una frazione di ciò che vorremmo realizzare. Dunque se partite da aspettative troppo limitate potreste finire per non riuscire a compiere nulla».
Certo, se non fate alcuno sforzo, i vostri sogni non saranno altro che semplici fantasie. L’impegno, il duro lavoro, tutto questo è il collegamento tra i vostri sogni e la realtà. Chi si dà da fare, dunque, accresce la speranza. Abbracciate i vostri sogni e avanzate fin dove vi conducono. Iniziate ora che siete giovani.
A volte non riesco a distinguere quello che gli altri desiderano per me da ciò che io voglio davvero.
Ikeda: Molti genitori o amici ben intenzionati potrebbero convincervi a perseguire degli scopi che non sentite vostri. Per quanto essi possano desiderare il meglio per voi, ed è importante esser loro grati e prendere in considerazione quello che dicono, voi dovete mettervi in ascolto del vostro cuore. Ciò che conta è fino a che punto riuscirete a realizzare il vostro potenziale e quanto potrete contribuire alla felicità altrui.
A volte è difficile andare avanti quando si incontrano tanti ostacoli.
Ikeda: I grandi sogni vi aiuteranno a non farvi sviare dalle difficoltà che incontrerete sulla strada. Anche se subite una sconfitta, fino a quando sarete capaci di mantenere i vostri scopi, avrete la forza per non rinunciare. Andate avanti per gradi, anche nel momento in cui sentite di non poter continuare.
Cos’è una sconfitta? Non è una questione di sbagli; un fallimento implica la rinuncia a se stessi di fronte a una difficoltà. Cos’è il successo nella vita? Il vero successo significa vincere nella battaglia con voi stessi.
Chi persevera nell’inseguire i propri sogni, qualsiasi impedimento possa incontrare, è un vincitore nella vita perché ha sconfitto le proprie debolezze. Se vi rifiutate di affrontare gli ostacoli vuol dire che siete già sconfitti. Il vero vincitore è chi si rialza ogni volta che cade.
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I fiori sbocciano dopo l’inverno
da La nuova rivoluzione umana, vol. 8, pag. 39
«Sono pochissimi coloro che riescono a concretizzare i propri sogni. Quando i venti contrari delle difficoltà cominciano a sferzarli, molti colano a picco con la stessa rapidità di una barca che fa acqua. Solo continuando a perseguire un sogno fino alla fine, anche di fronte alle difficoltà, quel sogno potrà realizzarsi. […] Proprio come un fiore sboccia dopo aver sopportato il rigido freddo invernale, un sogno può avverarsi solo se si è preparati a sopportare i tormenti che ne accompagnano la realizzazione e a compiere tutti gli sforzi necessari».
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Le nostre storie
Note di felicità
Flora, 18 anni
Ho iniziato a suonare il pianoforte quando avevo nove anni e a undici sono stata ammessa al Conservatorio di musica G.B. Martini di Bologna. Purtroppo i primi due anni sono stati tutt’altro che facili: il maestro con cui ero capitata non era abituato a insegnare ai bambini ed era del tutto privo di pazienza. Continuava a urlarmi che non ero all’altezza del conservatorio e che non sarei mai diventata una musicista. Iniziai a credere sempre meno in me stessa. I miei genitori, vedendomi così sofferente, iniziarono a recitare Daimoku con l’obiettivo di trovare una soluzione e, in seguito, riuscirono a farmi cambiare insegnante.
Continuai trascinandomi nel mio percorso al conservatorio preparandomi a fatica per gli esami che puntualmente incombevano su di me minacciosi. Nel frattempo incontrai il clavicembalo, questo strumento così particolare di cui mi innamorai subito: finalmente avevo trovato la mia dimensione e il mio reale talento.
Pochi giorni dopo il mio primo importante concerto da solista, suonai il clavicembalo durante il meeting d’anniversario della Divisione futuro del 2013 e decisi, piena di gioia per i ringraziamenti ricevuti dai miei compagni di fede, di praticare con costanza e ricevere il Gohonzon.
Qualche mese dopo ho sostenuto il primo importante esame del mio percorso scolastico, un esame di Stato nel quale è presente, oltre all’intera commissione interna, anche un commissario esterno. Il mio timore era che il mio vecchio insegnante intervenisse per abbassare il voto o che mi mettesse, in qualche modo, in difficoltà. Decisi di affrontare una volta per tutte questa sofferenza e di non pormi con pregiudizio verso questa persona. Determinai di dare il massimo durante la prova e di trasmettere a tutta la commissione la mia gioia nel suonare sia il pianoforte che il clavicembalo. Per vari mesi ho recitato con determinazione e mi sono esercitata con gli strumenti fino a sei ore al giorno.
Il giorno dell’esame non solo sono riuscita a non farmi sopraffare dall’ansia e a esprimermi attraverso la musica, ma ho ricevuto anche un ottimo voto e i complimenti da parte dell’insegnante tanto temuto.
Ora sono consapevole di quali sono i miei obiettivi e dove voglio arrivare: sono sicura che diventerò una musicista di alto livello e non mi farò negare mai più il diritto di sognare il meglio per il mio futuro.