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Il vero umanesimo è infondere coraggio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:19

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Il vero umanesimo è infondere coraggio

Otto gli italiani che hanno partecipato al corso SGI dal 15 al 22 aprile. Una settimana intensa, sostenuta dal messaggio del presidente Ikeda e dalla calorosa accoglienza dei membri giapponesi che rispecchiano nelle azioni le sue parole: «Abbiate cura di ogni singola persona»

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Otto gli italiani che hanno partecipato al corso SGI dal 15 al 22 aprile. Una settimana intensa, sostenuta dal messaggio del presidente Ikeda e dalla calorosa accoglienza dei membri giapponesi che rispecchiano nelle azioni le sue parole: «Abbiate cura di ogni singola persona»

Difficile rendere a parole le emozioni e le sensazioni provate durante questo corso in Giappone. Ogni momento della nostra permanenza è stato permeato dal grande calore dimostratoci sia dai membri giapponesi sia dalle parole e dai pensieri che il presidente Ikeda ci ha rivolto, a partire dal messaggio di benvenuto: «Miei cari compagni, tesori dall’estero».
Molto toccanti sono stati i meeting di scambio che si sono tenuti nella prefettura di Chiba. I membri giapponesi avevano organizzato delle riunioni a cui hanno invitato anche amici che non praticano e ci hanno accolto con calore ed entusiasmo, facendoci sentire speciali, vedendo in noi – che pratichiamo in nazioni lontane – il risultato degli sforzi di Ikeda per diffondere il Buddismo nel mondo, come gli aveva chiesto il suo maestro Toda. Il loro atteggiamento nei nostri confronti è stato un esempio per imparare ad accogliere ogni persona che viene alle riunioni e con cui entriamo in contatto ogni giorno.

La cura per le persone

Gli interventi che abbiamo ascoltato hanno avuto tutti come filo conduttore l’importanza della cura verso gli altri, come ci insegna il presidente Ikeda, che nel messaggio inviato il 17 aprile, in occasione dell’avvio del corso, scrive: «Ogni singolo individuo possiede una forza incalcolabile, ogni singola vita è un inestimabile tesoro. Continuare a infondere coraggio e speranza in ogni persona, la cui vita è la cosa più preziosa, è lo spirito che caratterizza il vero umanesimo. Senza questa faticosa attività, non si potrà realizzare kosen-rufu. Rivolgo questo mio appello a ciascuno di voi: abbiate cura di ogni singola persona che avete di fronte. Incoraggiatela, fatela rafforzare, crescere affinché possa divenire un magnifico individuo. Impegnatevi a ispirare ogni persona attorno a voi, con cui condividete speciali legami karmici in questa vita, sia dentro che fuori la SGI, e cercate di risvegliarla alla sua innata dignità. Nel fare ciò mi auguro che possiate tutti condurre una vita senza rimpianti, nella sublime ricerca del vostro grande voto».
Davvero fondamentale è imparare, come è stato per me in questa occasione, a decidere ogni giorno di nuovo di guardare le persone con occhi sempre diversi e con attenzione, sulla base dell’esempio toccato con mano in questa preziosa occasione di studio e di scambio umano.

Cinque punti da non dimenticare

Shigeo Hasegawa, vice direttore SGI, ci ha incoraggiato ad avere la consapevolezza che è fondamentale ereditare lo stesso spirito del presidente Ikeda leggendo e soprattutto mettendo in pratica le sue guide, ricordandoci che sarà la nostra fede a decidere le sorti di kosen-rufu nel nostro paese. La felicità delle persone e il cambiamento della società sono nelle nostre mani. Cinque sono i motivi per cui nella nostra vita si manifestano i benefici della pratica e per i quali la SGI è diventata una religione a livello mondiale. Innanzitutto l’assoluta fedeltà e aderenza all’insegnamento del Daishonin, senza deviazioni e opinioni personali; secondo punto, il coraggio nel non lasciarsi sconfiggere mai dagli ostacoli, dalle critiche e dalle avversità. Se non siamo coraggiosi nella fede, non solo non possiamo aiutare gli altri, ma nemmeno noi stessi. Terzo punto, lo spirito del bodhisattva, che lotta sempre per comprendere e condividere le sofferenze altrui, manifestato anche nelle situazioni di difficoltà personale. Il quarto punto è l’importanza dello spirito di non dualità tra maestro e discepolo che ci spinge a propagare la Legge anche a costo della propria vita. Ultimo punto, l’unità tra i membri nel rispetto delle reciproche diversità, con la convinzione che siamo tutti dei Budda. Questo è un atteggiamento di fiducia e rispetto verso tutti, senza cedere a fazioni o egocentrismi che tradiscono lo spirito della Soka Gakkai. Hasegawa ha anche sottolineato come il presidente Ikeda preghi sempre per la felicità dei membri incoraggiandoli a non lasciarsi mai abbattere, ma al contrario a coltivare una grande convinzione nella fede: non siamo infelici perché abbiamo problemi, ma perché ci lasciamo sopraffare e sconfiggere da essi. Il desiderio del maestro è che ognuno di noi diventi felice. È in questa vittoria che risiede lo spirito della SGI.
Takanori Endo, responsabile del Dipartimento di studio, parlando del Gosho L’arco e la freccia (RSND, 1, 585) ha spiegato l’atteggiamento con cui Nichiren Daishonin incoraggia la moglie di Toki Jonin ad affrontare la malattia che l’affligge, insegnandole che è importante lottare per non perdere mai il coraggio e affrontare la malattia come un demone che cerca di indebolire la nostra fede. Ikeda dice: «La chiave consiste nel recitare un Daimoku risonante, con gioia e coraggio. Le vite di coloro che recitano Daimoku incarnano il principio che le illusioni e i desideri conducono all’Illuminazione. Essi sono già vittoriosi. Hanno trionfato, ergendosi sopra ogni sofferenza» (BS, 162, 58).

Una realtà di saggezza e compassione

Presso il Makiguchi Memorial Hall abbiamo partecipato alla riunione di centro che celebrava il 3 maggio come giorno della Soka Gakkai e delle madri Soka. In quell’occasione è stato letto il messaggio del presidente Ikeda inviato ai presenti, tra i quali alcuni membri giapponesi che si dedicano alla consegna del quotidiano Seikyo Shimbun. Particolarmente toccante il punto in cui sensei afferma che, grazie allo stato vitale immenso e incommensurabile ottenuto con la pratica, le gioie e le difficoltà personali ci appariranno effimere. Di fronte alle situazioni più dolorose e alle manifestazioni negative del nostro karma, scrive, è fondamentale continuare a recitare Daimoku senza arrendersi mai. Come membri SGI recitiamo Nam-myoho-renge-kyo rifiutando di essere sconfitti o scoraggiati, ma ci innalziamo al di sopra di ogni tristezza e sofferenza. Inoltre, mentre incoraggiamo calorosamente e sosteniamo le persone che lottano attorno a noi, cerchiamo di costruire e diffondere una realtà di saggezza e compassione.

Rinnovarsi per migliorare

Nelle risposte date dal presidente Harada durante la riunione a chiusura del corso, si sottolinea come sia sempre forte il riferimento alle guide e alle azioni intraprese dal presidente Ikeda, evitando opinioni personali. Quando ci sono delle riunioni da organizzare o a cui partecipiamo, ha detto Harada rispondendo a uno dei quesiti che gli sono stati posti, è fondamentale basarsi sempre sulla recitazione del Daimoku e dedicarci al massimo a ciò che intraprendiamo, come se fosse l’unica occasione a disposizione per incoraggiare le persone. Una buona preparazione, ha continuato, parte dalla preghiera più che dalle strategie.
Di fronte al Joju Gohonzon dedicato alla missione di realizzare kosen-rufu, custodito al Kosen-rufu Daiseido, ognuno dei partecipanti ha rinnovato con convinzione ed emozione la promessa di ripagare il debito di gratitudine verso il presidente Ikeda impegnandosi nella propria vita e nel proprio ambiente per propagare la validità della Legge attraverso la trasformazione profonda della loro esistenza. Come ci chiede il presidente Ikeda nel messaggio di chiusura del corso: «In vista del centenario della fondazione della Soka Gakkai nel 2030, vi prego inoltre di prendervi cura, nei vostri rispettivi paesi, di ogni singola persona mostrandole lo stesso rispetto che riservereste a un Budda, di realizzare un grande progresso nell’unità di “diversi corpi, stessa mente”, con gioia e armonia e di costruire delle magnifiche “cittadelle di persone capaci” piene di allegria e di speranza».
E questa è la nostra promessa.

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