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Il sentiero di maestro e discepolo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:15

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Il sentiero di maestro e discepolo

Un discepolo che ricerca sinceramente l’insegnamento del maestro sforzandosi di emularne lo spirito, sarà in grado di manifestare la stessa saggezza. Il legame tra maestro e discepolo può trascendere anche le distanze fisiche

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Un discepolo che ricerca sinceramente l’insegnamento del maestro sforzandosi di emularne lo spirito, sarà in grado di manifestare la stessa saggezza. Il legame tra maestro e discepolo può trascendere anche le distanze fisiche

Vivere significa continuare a sforzarsi e procedere con decisione.
Potrebbe sembrare più facile vivere senza impegnarsi o sfidarsi, ma coloro che prendono questa strada finiranno col condurre una vita triste e piena di rimpianti. Al contrario, chi continua a sforzarsi e ad andare avanti godrà di una vita appagante e vittoriosa. Nichiren Daishonin descrive così il suo stato d’animo dopo aver trionfato sulla dura persecuzione dell’esilio nella provincia di Izu: «Fui richiamato dall’esilio. Ancora una volta parlai apertamente come il sutra impone, con ancor maggiore veemenza di prima» (Condoglianze per un marito defunto, RSND, 2, 728). In linea con il coraggioso e profondo stato vitale del Daishonin, noi della SGI conduciamo una vita attiva dedicandoci a realizzare il voto di kosen-rufu. Si è alzato il sipario su una nuova era. I nostri membri, sia in Giappone che nel resto del mondo, stanno avanzando con vitalità a grandi passi nelle loro rispettive aree con lo spirito “Da ora in poi!”. Stanno interpretando una rappresentazione di proporzioni epiche, che assomiglia alla scena raffigurata nel Sutra del Loto quando tutti i Bodhisattva della Terra “emersero innumerevoli nello stesso istante” (cfr. SDL, 280). Attingiamo alla meravigliosa creatività che risiede nella nostra vita ovunque ci troviamo, espandiamo la cerchia della vittoria e facciamo sbocciare fiori di pace, giustizia e felicità. Insieme ai nostri compagni membri di tutto il mondo adorniamo con gioia quest’anno con lo sviluppo del nostro movimento umanistico della gente.

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Per costruire un’indistruttibile organizzazione della gente e assicurarci la vittoria in ogni impresa, il mio maestro e secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda sottolineava ripetutamente l’importanza fondamentale dell’unità. Ci guidava in completo accordo con le parole del Daishonin: «Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi» (Diversi corpi, stessa mente, RSND, 1, 550). Poiché abbiamo seguito questo sentiero sicuro, la SGI ha superato ogni ostacolo e si è sviluppata fino a diventare l’organizzazione globale di oggi. Quando guardiamo la storia umana, la troviamo piena di interminabili discordie interne, conflitti e lotte. Ciò equivale al disastro della «rivolta all’interno del proprio dominio» citato dal Daishonin nel suo trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese (RSND, 1, 9). Guardando il penoso stato in cui si trova l’umanità, non è esagerato dire che la grande rete umanistica della SGI è qualcosa di prodigioso.

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L’unità di “diversi corpi, stessa mente” è davvero l’anima di kosen-rufu. Creiamo famiglie felici e serene, sviluppiamo amicizie con chi ci sta intorno, promuoviamo la fiducia e la buona volontà nelle nostre comunità e costruiamo solidarietà tra le persone per la pace nella società. Uniamoci nello spirito e avanziamo insieme in armonia. L’unità è la chiave essenziale per la vittoria e la felicità. In questo mese alcuni responsabili provenienti da trentuno paesi si sono riuniti per la prima riunione europea della nuova era di kosen-rufu nel mondo [la riunione si è tenuta nel Centro culturale Ikeda di Milano per la pace dal 17 al 19 gennaio, n.d.r.]. Quest’anno ricorre il centesimo anniversario del tragico scoppio della Prima guerra mondiale. I nostri giovani successori europei, col motto “Una sola Europa”, si stanno sforzando in meravigliosa unità per un futuro di pace e armonia umana. Niente potrebbe essere più rincuorante.

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I legami umani possono trascendere la nazionalità, l’identità etnica e perfino il tempo. Mentre sviluppava le sue convinzioni sull’efficacia di una lotta popolare non violenta, il Mahatma Gandhi (1869-1948), leader dell’indipendenza indiana, trovò un maestro e ispiratore nel grande autore russo Lev Tolstoj (1828-1910). Mentre si impegnava a difendere i diritti umani degli immigrati indiani in Sudafrica, dove viveva a quel tempo, Gandhi studiava la filosofia e la pratica della resistenza non violenta esposta da Tolstoj. Riaccese in tempi moderni la fede nella “nonviolenza” (ahimsa), un aspetto importante della tradizione filosofica indiana e buddista, fino a farla diventare un invincibile movimento della gente. È possibile che gli individui che lottano per una causa comune vivano distanti gli uni dagli altri, ma questo non impedisce loro di essere uniti nel cuore e nella mente. Gandhi scrisse a Tolstoj dal Sudafrica, esprimendo il proprio totale accordo con la sua visione. Il grande scrittore ne fu molto contento; lui e Gandhi continuarono a scambiarsi numerose lettere. In una di queste, scritta due mesi prima di morire, Tolstoj lodò così l’operato di Gandhi: «La sua attività è l’impresa più significativa e importante oggi nel mondo». Anche se Gandhi non incontrò mai Tolstoj di persona, dedicò la sua vita a dimostrare la validità delle sue convinzioni. Perfino vent’anni più tardi, in una sessione di domanda e risposta dopo una conferenza tenuta in Svizzera, affermò che Tolstoj era stato per lui un maestro che aveva influenzato profondamente la sua vita. A sua volta la battaglia nonviolenta di Gandhi svolse un ruolo importante nel successivo movimento statunitense per i diritti civili, guidato da Martin Luther King Jr. (1929-68), così come nella lotta anti-apartheid sostenuta dall’ex presidente sudafricano Nelson Mandela (1918-2013). Nella diffusione dello spirito della nonviolenza, uno dei tesori più grandi dell’umanità che trascende confini e lingue, risiede il sentiero spirituale della trasmissione e della pratica di successive generazioni di maestri e discepoli.

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Sono al momento impegnato in un dialogo con Jutta Unkart-Seifert, la famosa soprano austriaca ed ex sottosegretaria al Ministero federale austriaco dell’educazione, delle arti e dello sport. Mi ha raccontato che ogni volta che si trova a un punto morto, guarda la fotografia della sua insegnante di canto, la professoressa Ingeborg Wamser, le chiede in silenzio che cosa farebbe al suo posto e poi agisce di conseguenza. Nelle mie lotte mi sono sempre domandato quali passi avrebbe fatto il mio maestro Toda e come avrebbe incoraggiato gli altri. In un’annotazione scritta nel mio diario all’età di venticinque anni, mi chiesi: «Ho percorso con onore la strada di maestro e discepolo?» (D. Ikeda, Diario giovanile 1949-1960, esperia, 2011, pag. 217). Il mio maestro è sempre nel mio cuore. Quando venni nominato terzo presidente della Soka Gakkai, quando mossi il primo passo per realizzare kosen-rufu nel mondo e ogni volta che ho affrontato tempeste di critiche, il mio maestro è stato sempre presente nel profondo della mia vita. Nella Raccolta degli insegnamenti orali, Nichiren Daishonin afferma: «E quando il maestro e i discepoli hanno pienamente risposto gli uni agli altri e i discepoli hanno ricevuto l’insegnamento, così che possono ottenere il risveglio al quale il sutra si riferisce quando dice: “Ho fatto il voto / di rendere tutte le persone / uguali a me, senza alcuna distinzione tra noi” (SDL, 80 [45]), questo è ciò che il sutra chiama “far risvegliare gli esseri viventi alla saggezza del Budda”» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 110, 44). Questa è l’essenza dell’ideale buddista di maestro e discepolo: il maestro (il Budda) e i discepoli (gli esseri viventi) che lottano in unità condividendo questo voto. Quando noi discepoli recitiamo Nam-myoho-renge-kyo tenendo nel cuore il nobile voto di kosen-rufu, intraprendiamo azioni per realizzarlo e ricerchiamo sinceramente l’insegnamento del maestro sforzandoci di emularne lo spirito, la sua stessa saggezza si manifesterà potentemente nella nostra vita.

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Trent’anni fa, nel febbraio del 1984, ero impaziente di andare in Brasile. Era il mio primo viaggio in quel paese dopo diciotto anni ed ero deciso a mantenere la promessa fatta l’anno precedente, dopo aver scattato una fotografia con un gruppo di trentotto membri della SGI del Brasile, principalmente giovani, al Training Center di Kirishima nella prefettura di Kagoshima, a Kyushu. I giovani uomini e le giovani donne, come se stessero parlando a nome di tutti i membri del Brasile, mi chiesero di visitare il loro paese e immediatamente risposi: «Ma certo! Kosen-rufu è la missione della mia vita». I membri che quel giorno erano presenti fecero delle mie parole il loro voto personale, promettendo solennemente di dedicare le loro vite a kosen-rufu. Da allora tutti i membri del gruppo Brasile-Kirishima sono diventati straordinari leader di kosen-rufu e della società, mantenendo fede alla promessa fatta in gioventù. Anche le loro famiglie lavorano attivamente per kosen-rufu. Durante il meeting dei responsabili generali della Soka Gakkai, che si è tenuto lo scorso ottobre a Hiroshima, sedici membri della SGI brasiliana del Gruppo pifferi e tamburi ci hanno regalato una bellissima performance. Tre di loro sono figlie di membri del gruppo Brasile-Kirishima. Tutti i giovani membri dei gruppi del Brasile hanno promesso solennemente di continuare a piantare semi di pace nel loro paese e crearvi oasi di felicità. Se i discepoli portano avanti il voto del maestro, il grande fiume di kosen-rufu continuerà a scorrere impetuosamente. La nuova era appartiene ai giovani. È arrivato il momento in cui voi, giovani uomini e giovani donne, saliate sul palcoscenico.

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L’autore brasiliano Jorge Amado (1912-2001), che mostrò grande interesse per il nostro movimento, scrisse: «Le persone sono le stesse in ogni porto del mondo, sul bordo di ogni banchina, sotto ogni cielo: buone e forti, generose e comprensive, amanti della libertà, della bellezza e dell’eroismo». Le persone sono incomparabilmente forti e nobili. Kosen-rufu è la sacra impresa delle persone comuni che lavorano insieme per il benessere e la prosperità della società. I cuori dei nostri membri della SGI, campioni della gente, sono gli stessi in tutto il mondo. Facciamo del nostro meglio per recitare, agire e parlare con gli altri, in questo mese di febbraio che sta arrivando, per tradizione il mese della propagazione della Soka Gakkai. Ancora più uniti, raggiungiamo un nuovo e bellissimo primato nella realizzazione dei nostri obiettivi!

Con brillante ottimismo,
oggi ancora una volta le persone comuni
che si dedicano alla nobile causa di Soka
percorrono il sentiero della vittoria basandosi
sulla non dualità di maestro e discepolo.

29 gennaio 2014
(traduzione di Francesca Fanciullacci)

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