Un ingrediente fondamentale per vivere lo studio in modo attivo è lo spirito di ricerca, che ci spinge continuamente a verificare ciò che studiamo con la nostra vita: sia le attività che portiamo avanti per lo sviluppo di kosen-rufu, sia lo studio del Buddismo devono essere utili per migliorare noi stessi e per aiutare gli altri
Le basi fondamentali del Buddismo di Nichiren Daishonin sono la fede, la pratica (per sé e per gli altri) e lo studio. Come è scritto nel Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni: «Impegnati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la pratica che lo studio sorgono dalla fede. Insegna agli altri come meglio puoi, anche una sola frase o un solo verso» (RSND, 1, 342).
Studiando il Buddismo con la nostra vita, vale a dire mettendolo in pratica, possiamo costruire dentro di noi uno stato vitale forte e indistruttibile. Nella Soka Gakkai, l’essenza dello studio buddista risiede proprio nel metterlo in pratica.
Fin dalle origini, infatti, il Buddismo è sempre stato una religione strettamente legata alla realtà, e nella Gakkai quando si parla di studio non si intende uno studio intellettuale o dottrinale, bensì uno studio attivo, portato avanti con spirito combattivo, sempre finalizzato alla propria rivoluzione umana.
La fonte primaria di questo spirito combattivo è il Gosho, nel quale risuona il “ruggito del leone” di Nichiren Daishonin, e lo scopo dello studio è di far proprio questo spirito e renderlo concreto nella nostra vita.
Non si studia il Buddismo solo per soddisfazione personale o egoistica. Senz’altro è importante leggere e conoscere, ma ancora più importante è mettere in pratica ciò che si apprende, confermarlo con la propria vita. Uno studio “vissuto” in questo modo rafforza profondamente la nostra fede e fa sorgere la speranza dentro di noi.
Un ingrediente fondamentale per vivere lo studio in modo attivo è lo spirito di ricerca, che ci spinge continuamente a verificare ciò che studiamo con la nostra vita: sia le attività che portiamo avanti per lo sviluppo di kosen-rufu, sia lo studio del Buddismo devono essere utili per migliorare noi stessi e per aiutare gli altri. Tutte le lettere del Daishonin sono incoraggiamenti per andare avanti, come se ci spronasse con forza: «Dai, affronta questo problema, non mollare… cambia la tua vita!». Sono indicazioni precise su come agire, su come affrontare le varie circostanze della vita senza mai scoraggiarsi.
Tanti studiano per accumulare una conoscenza fine a se stessa, ma essenzialmente lo studio del Buddismo ci spinge a vivere con più forza, con più decisione. È uno studio che fa nascere la voglia di lottare e di vincere in ogni aspetto della vita.
L’insegnamento del Daishonin è davvero rivoluzionario. Spiega che il Budda non si trova da qualche parte fuori di noi, che ognuno di noi è un Budda. È come se Nichiren dicesse: «Myoho-renge-kyo sei tu, devi esserne convinto».
Con questa convinzione possiamo realizzare qualsiasi cosa; perciò, quando studiamo un Gosho o le guide del nostro maestro, decidiamo di utilizzarle concretamente per la nostra vita e per incoraggiare gli altri.
Fin dall’inizio, il desiderio di Nichiren era quello di diventare “la persona più saggia del Giappone” per poter salvare tutte le persone. Stava cercando il modo di aiutare gli altri. La sua spinta fondamentale era la compassione. Come ci spiega il principio dell’origine dipendente (engi), nessuno può vivere da solo, le nostre esistenze sono interamente fondate sulle relazioni con gli altri. Se ognuno di noi comincia a utilizzare lo studio del Buddismo per aiutare gli altri potremo allargare la speranza e l’incoraggiamento intorno a noi, tra i nostri familiari, i nostri vicini, nel nostro quartiere, nel luogo di lavoro, tra gli amici, proprio come un faro che squarcia l’oscurità. E più felicità riusciamo a portare agli altri, ci insegna il Daishonin, più felici diventiamo noi stessi.