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Non trascurare nessun particolare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:59

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    Non trascurare nessun particolare

    Come si dovrebbe svolgere una riunione di discussione? Quali sono gli ingredienti fondamentali? Come incoraggia in proposito il presidente Ikeda? Ispirandosi alla lettura della Nuova rivoluzione umana e al testo «Vi affido i membri della Soka Gakkai» sono presentate di seguito le risposte a questi e altri interrogativi

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    Come si dovrebbe svolgere una riunione di discussione? Quali sono gli ingredienti fondamentali? Come incoraggia in proposito il presidente Ikeda? Ispirandosi alla lettura della Nuova rivoluzione umana e al testo «Vi affido i membri della Soka Gakkai» sono presentate di seguito le risposte a questi e altri interrogativi

    Nella Nuova rivoluzione umana si legge: «Toda dava grande importanza alle riunioni di discussione e si preparava sempre a fondo assieme alle altre figure centrali della Soka Gakkai. “Chi farà le presentazioni? Che cosa ci sarà in programma? Io parlerò di questo cosicché voi parlerete di quello”. Prendeva in esame ogni dettaglio. Le persone coinvolte nell’organizzazione della riunione devono prepararsi attentamente affinché il risultato sia davvero soddisfacente per tutti i partecipanti. Questa base spiana la strada alla vittoria. Per quanto i tempi possano cambiare, non dobbiamo trascurare i fondamenti. Toda era, in generale, piuttosto di larghe vedute e accomodante, ma si assicurava di pianificare bene anche la più piccola riunione. Durante lo svolgimento della riunione, poi, prestava molta attenzione ai presenti osservandone le reazioni e cercando di scorgere se ne erano soddisfatti e se la trovavano piacevole. “Non c’è bisogno di essere eccessivamente preoccupati della struttura dell’incontro – diceva – sento che alle nostre riunioni dobbiamo creare un ambiente tale da far dire anche alle persone che vi prendono parte per la prima volta che hanno trovato l’incontro davvero interessante e hanno imparato qualcosa di prezioso sul Buddismo. Sarei dispiaciuto per i partecipanti se offrissimo loro di meno”. Le piccole riunioni con pochi presenti costituiscono la sfida più grande. Sono di vitale importanza».
    L’esperienza insegna che è facile cadere in alcuni atteggiamenti o comportamenti che è meglio evitare. Sarà bene, quindi, mantenere un comportamento che possa offrire un’ottima impressione a qualunque tipo di persona si avvicini alle nostre riunioni: la nostra storia insegna infatti che non esiste una tipologia unica di persone che iniziano a praticare il Buddismo, suggerisce anzi che è vero esattamente il contrario. («Vi affido i membri della Soka Gakkai», IBISG 2012, pag. 61)

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    La riunione di discussione in pratica
    Cosa fare e cosa evitare durante una riunione di discussione? Ecco alcuni consigli ispirati dalla lettura del libro «Vi affido i membri della Soka Gakkai»

    Ancor prima che la riunione abbia inizio, è importantissimo accogliere cordialmente le persone nuove e cercare di metterle a proprio agio.
    Un clima freddo e formale o, al contrario, troppo familiare nuoce al successo della riunione: si può essere seri senza smettere di sorridere, si può essere caldi e accoglienti senza perdere di vista lo scopo di una riunione buddista.
    Una lunga e noiosa introduzione teorica è proprio quello che ci vuole per uccidere il dialogo sul nascere. Anche gli interventi dovrebbero essere quanto più possibile concisi, in modo che tutti possano esprimersi nel corso della riunione e il dialogo rimanga vivace e stimolante. Confrontarsi sulla teoria o sulla base di opinioni personali non è esattamente lo scopo della riunione di discussione, che è invece il luogo per condividere le proprie esperienze di fede e, tramite queste, incoraggiarsi a vicenda.
    Lo scopo di raccontare un’esperienza è mostrare a tutti il potere del Gohonzon, tutti i particolari che non servono a questo andrebbero omessi. Tre, quattro, cinque minuti sono più che sufficienti nella maggior parte dei casi, quindi è preferibile preparare in anticipo l’esperienza che desideriamo condividere: spesso ci accorgeremo che possiamo dire le stesse cose con la metà delle parole.
    Abbiamo bisogno di sviluppare la sensibilità necessaria per incoraggiare chi è più timido a parlare, ma non diventare insistenti con chi magari desidera soltanto ascoltare.
    Quando qualcuno pone una domanda, può capitare che molti partecipanti vogliano rispondere: anche qui occorre la sensibilità di prestare la giusta attenzione alla persona che ha fatto la domanda, ma evitare che si senta “assediata”: potrebbe non gradire di attirare su di sé l’attenzione di tutti.
    Chi espone un suo problema personale ha bisogno di essere incoraggiato ad affrontarlo e risolverlo tramite la pratica. A volte, invece, capita che ciascuno dei presenti si senta in diritto di dargli la sua “guida”, spesso basata sulle proprie opinioni più che sul Buddismo. Anche questo comportamento è da evitare.
    Durante la riunione dovremmo tutti condividere l’obiettivo di incoraggiare i nostri amici e, soprattutto, far sentire agli ospiti il calore e l’umanità che distinguono una riunione della Soka Gakkai. Ogni polemica che nasca fra i partecipanti, membri o responsabili, va nella direzione esattamente opposta.
    Gli ospiti, le persone nuove, sono il vero tesoro di uno zadankai. Dovrebbe essere concesso loro tutto lo spazio di cui hanno bisogno e le loro domande dovrebbero essere prese in considerazione con la massima serietà.
    Come in ogni campo, anche noi buddisti abbiamo più o meno consapevolmente adottato un “gergo” fatto spesso di parole giapponesi e incomprensibile ai “non addetti ai lavori”: a prescindere dal fatto che molto spesso possiamo dire le stesse cose in italiano, la cosa più importante è che i nostri ospiti, oltre a non capire quello che diciamo, possono sentirsi esclusi mentre il nostro desiderio è che si sentano come a casa loro. Per lo stesso motivo vanno assolutamente bandite parole o espressioni volgari o maleducate.
    I paragoni con le altre religioni vanno evitati. In particolare, teniamo presente che nella realtà e nella tradizione in cui viviamo e svolgiamo la nostra missione di Bodhisattva della Terra, il Cristianesimo e il Cattolicesimo sono fortemente radicati: sarebbe imperdonabile se un ospite si formasse una cattiva opinione sul Buddismo a causa di qualche parola superficiale. Essere convinti della bontà della nostra scelta non significa affatto mostrare integralismo e fanatismo.

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