Legami veri e condivisione sono state, per il gruppo Sirio, nei pressi di Firenze, le componenti vincenti per uscire da un momento di stallo e dar vita a riunioni di discussione stimolanti. La divisione del gruppo è stata l’occasione per ripercorrere la sua storia e decidere di costruire legami più profondi anche nelle nuove realtà
Ogni gruppo ha una storia e il gruppo Sirio del capitolo Calenzano racconta la sua.
Nato dall’impegno di un paio di persone, il gruppo ha vissuto alti e bassi, arrivando a contare anche solo tre membri. Pensando unicamente alla voglia di crescere, l’atteggiamento dei responsabili e dei pochi rimasti è cambiato: era necessario creare legami veri e considerare il meeting come un momento di condivisione, non un appuntamento da rispettare. Con questa nuova prospettiva il gruppo si è sviluppato accogliendo sempre più giovani, si sono create relazioni forti tra i membri e le riunioni di discussione sono diventate vere e proprie assemblee di Budda. Se prima si guardava l’orologio sperando che il tempo scorresse più in fretta, adesso si respira un clima gioioso. Marco, uno dei primi membri del gruppo, spiega: «Finalmente avevamo tutti voglia di partecipare allo zadankai per rivederci e scambiarci le esperienze». Oltre undici persone si sono aggiunte e, come spesso succede, è arrivato il momento della divisione: l’ultima riunione, il 22 gennaio scorso, è stata l’occasione per festeggiare sia questa crescita sia Gino, un giovane uomo che ha ricevuto il Gohonzon la domenica precedente.
Ylenia, giunta nel gruppo cinque mesi prima, racconta: «Il meeting è stato bellissimo perché sembrava di essere alla Cerimonia nell’aria con tanti bodhisattva, che stavano decidendo di dividersi per fare kosen-rufu in un altro luogo». Filippo riporta le sue emozioni: «Ho vissuto quest’ultimo incontro con serenità nonostante il momento del distacco. All’inizio avevo il timore che chi non aveva vissuto bene la decisione di dividerci poteva continuare a soffrirne, invece non è stato così. L’entusiasmo non è diminuito e siamo ancora uniti, forse di più». Infatti è una decisione delicata quella di dividere un gruppo, e non sempre è accolta positivamente. Stefano per esempio afferma: «Non volevo che il gruppo si dividesse perché c’era una bella atmosfera ed era un punto di riferimento. Con questa occasione però mi sono sfidato e, anche se ho paura di non ritrovare questo spirito, mi voglio impegnare a ricreare la stessa atmosfera nel nuovo gruppo». Rosa, storica responsabile del gruppo, si confida: «I miei ragazzi mi mancano tanto, ma sono felice, ho un bellissimo ricordo del nostro percorso insieme». Simone ricorda così l’ultimo incontro dei “ragazzi del Sirio”: «Il meeting non è stato vissuto come un addio. Ognuno di noi ha fatto una carrellata delle esperienze vissute, di come è cambiato: c’era chi all’inizio parlava a stento e che alla fine è fiorito». In questa occasione speciale è emersa la loro essenza più profonda: la forte diversità, compensata dalla capacità di sapersi rispettare profondamente, e l’unità costruita nel tempo, un legame profondo e indelebile che si ritrova ancora nel cuore di ognuno.