Un nuovo progetto strutturale ha caratterizzato le attività di questa vasta zona, coronato con l’apertura dell’ampio Centro culturale, a due passi dal Po. Promossa dai giovani e sostenuta dagli adulti, la rinnovata struttura organizzativa è stata un’occasione di crescita significativa per tutti
In Piemonte e Valle d’Aosta questo è il tempo in cui stanno maturando i “frutti”: saldamente legati alla loro terra, i giovani stanno raccogliendo i risultati dell’impegno di anni. La Divisione giovani sta crescendo con costanza, in particolare i giovanissimi della Divisione futuro. Non è semplice far parlare questi giovani della strada che li ha portati fin qui. Se chiedi loro di riflettere su come ci sono arrivati, si guardano perplessi. Non hanno tempo. Sono abituati a guardare avanti, senza pensare alle conquiste fatte bensì a quelle ancora da raggiungere, uniti grazie al legame maestro e discepolo, la stella polare che nei momenti più confusi ha indicato loro la direzione. Sono loro che nel 2009 si sono fatti portavoce di un cambiamento solo apparentemente formale: «Nel dedicarci alle attività – racconta Fabio, responsabile giovani uomini di regione – ci rendemmo conto che la struttura era ormai inadeguata, sia per noi che per gli adulti, come quando una famiglia si allarga e la casa diventa stretta». I giovani si sono fatti portavoce della necessità di un cambiamento e, insieme agli adulti, sono arrivati, a gennaio 2013, a una riforma organizzativa di tutta la Regione che ha riattivato energie ora libere di fluire. E dopo solo sei mesi dal “varo” del nuovo progetto, la casa giusta per “la famiglia” più grande è arrivata: il nuovo Centro culturale di Torino. Che coincidenza! Alla fine dello scorso anno è stata inaugurata la nuova sede, attesa quindici anni, a pochi passi dalla metropolitana, facilmente raggiungibile dalle vicine province. Per proteggere la nuova “casa del Budda”, tre volte più grande della precedente, ora sono necessari il doppio di giovani soka-han e byakuren. «Abbiamo dato nuovo impulso all’attività – raccontano Claudio e Andrea, responsabili soka-han della regione – partendo dal capitolo “Protezione assoluta” della Nuova rivoluzione umana, in cui il presidente Ikeda spiega che il senso di missione nel partecipare alle varie attività di staff parte prima di tutto da noi stessi». Il senso profondo di responsabilità ha animato le byakuren, consapevoli, come dice Nunzia, di voler proteggere non solo il luogo «ma anche il “momento” che stiamo vivendo». Il risultato è un fiorire di attività: dai minicorsi per i responsabili da tutta la regione, agli affollatissimi meeting Futuro dove – dice Giulia – arriveremo presto a dividere i ragazzini delle scuole medie da quelli delle superiori, ai meeting per i “Saggi gelsomini” (il nome con cui hanno deciso di chiamarsi i bimbi dai sei agli undici anni), all’attività degli studenti che si sono posti l’obiettivo di portare la mostra Senzatomica in Piemonte. Allora, se volessimo chiedere di nuovo come è questa Divisione giovani, Elisa, responsabile delle giovani donne di regione, ora ha una risposta: vivace, dinamica, di cuore, forte, decisa, ma soprattutto unita e, aggiungiamo noi… concreta.