Decisi che il mio posto di lavoro sarebbe stato il luogo in cui avrei fatto la mia rivoluzione umana e che non avrei accettato un lavoro qualsiasi, scappando alla prima difficoltà come spesso avevo fatto in passato
Nel novembre 2012, nell’ambito della “campagna della prova concreta”, ho deciso di cambiare lavoro. Ero addetto al controllo spedizione della merce per una piccola azienda e questo comportava lavorare in un magazzino senza riscaldamento, perciò al freddo la maggior parte dell’anno. Come se non bastasse, vivendo da solo, con lo stipendio non arrivavo alla fine del mese. Decisi che il mio posto di lavoro sarebbe stato il luogo in cui avrei fatto la mia rivoluzione umana e che non avrei accettato un lavoro qualsiasi, scappando alla prima difficoltà come spesso avevo fatto in passato. Volevo vincere. Tra le mie mansioni c’era quella di chiudere i pacchi: mi misi quindi l’obiettivo di trovare un lavoro migliore una volta terminati i 2000 ganci appena comprati per chiudere gli imballaggi, di recitare un milione di Daimoku e leggere tutti i dodici volumi de La rivoluzione umana. Nonostante avessi poca disponibilità, ho sempre contribuito all’offerta con uno spirito sincero, rinnovato gli abbonamenti alle riviste e partecipato all’attività di protezione come soka-han.
A giugno 2013 finii il milione di Daimoku, la lettura de La rivoluzione umana e i 2000 gancetti. L’azienda risentì della crisi economica e io entrai in cassa integrazione; da una parte ero sollevato all’idea di non spezzarmi più la schiena come prima, ma dall’altra mi mancavano i soldi per mantenermi. Invece di arrendermi decisi che avrei trovato un lavoro migliore e recitai ancora più Daimoku. Mi proposero di fare attività soka-han al corso europeo di studio a Milano e per prepararmi recitavo fino a cinque ore al giorno. Nel frattempo la mia situazione economica peggiorava e i soldi della cassa integrazione non arrivavano, ma lo studio della Rivoluzione umana e tutto quel Daimoku mi avevano portato a sviluppare comunque spirito di gratitudine; mi ero reso conto che stavo ricalcando il destino di mio padre, che, morto prematuramente a causa dell’alcool, ci aveva lasciati per l’ennesima volta senza soldi, nonostante i crediti del lavoro che gli spettavano. Era dura per me che avevo il Gohonzon e i compagni di fede, quanto più dura doveva essere stata per lui che non li aveva? Iniziai quindi a recitare con estrema compassione per mio padre, deciso a trasformare anche per lui la povertà in benessere.
In quella difficile situazione economica mi venne offerta la possibilità di partecipare al corso per responsabili a Chianciano. Non potevo pagarmi il corso, ma sentivo quanto fosse importante per me, perciò tirai fuori il coraggio e chiesi al mio capo un anticipo sullo stipendio che, nonostante le difficoltà dell’azienda, mi fu concesso. Partii e il corso fu un’esperienza stupenda. Approfittai per chiedere un consiglio nella fede e approfondire ulteriormente lo studio del Buddismo, in particolare il Gosho L’eroe del mondo: «La legge del Budda riguarda principalmente la vittoria o la sconfitta, mentre la legge del re si basa su ricompensa o punizione» (RSND, 1, 741). Io volevo vincere al cento per cento. Tornato dal corso mi chiamò un amico a cui avevo dato uno dei pochi curriculum che avevo inviato: avevo chiaro che tipo di lavoro volevo, perciò avevo compiuto azioni precise nel candidarmi nei vari posti di lavoro. Volevo uno stipendio che mi permettesse di mantenermi, lavorare in un luogo caldo e confortevole, avere dei colleghi e dei superiori gentili e rispettosi. L’amico mi disse che mi aveva fissato un colloquio di lavoro. Finalmente si apriva un varco. Sentii che vincere in quella situazione voleva dire anche parlare con i miei ex titolari per spiegare la mia decisione, rispettare i termini contrattuali, insomma comportarmi in modo corretto e creare valore. E così feci.
Il 15 novembre ho ricevuto la prima nuova busta paga: più del doppio di quanto guadagnassi prima. Nel nuovo impiego ho trovato tutte le caratteristiche del lavoro che desideravo. Prova concreta e vittoria. Per il futuro voglio rafforzare ancora di più il rapporto con il maestro e dedicare a lui e ai miei compagni di fede la creazione della mia famiglia per kosen-rufu.